
GASPORT (G. GREISON) - Non pianga, signore. «Mi spiace, non riesco a trattenermi». No, davvero, non faccia così. «Però, in fondo, non è la prima volta che si piange per la Roma». Luomo che piange ha 72 anni, ed è conosciuto a Testaccio come Carlé, madi nome fa Carlo Raciotti, di professione calzolaio. «Questa vittoria èmeravigliosa, questi ragazzi sono meravigliosi, e...». Continui. «Questo campionato ci porterà lo scudetto». Non è il solo, qui, nel cuore romanista della città, che si sta
La gioia Al gol di De Rossi, due numeri civici a fianco, Francesca del botteghino del cinema Greenwich, sente un boato che fa tremare pure le sue pareti. «Pareva un terremoto». Poi, al pari di Milito, «la situazione un po si è tranquillizzata: ma la gente usciva dalle sale perché voleva sapere il risultato». Ma è il gol di Toni che fa partire una processione anomala, «da piazza Santa Maria Liberatrice iniziavano ad arrivare in gruppi di dieci, piano piano sono diventati centinaia. Chi non aveva una bandiera, aveva la sciarpa, o la maglia della Roma. Una cosa pazzesca». Eccoli, quindi. Siamo dentro la festa. «Questa Inter ce la magnamo», grida Alfonsì, 52 anni, mentre corre da via Bodoni verso il Club. «Ma li avete visti in campo? Etoo è cotto, e il loro attacco è allo sbando. Hanno pure fatto gol in fuorigioco; dovevano dare rosso a Chivu, fallo da rigore su Brighi netto», polemizza Mirko Iemma, il barista.
«Pizarro è il riferimento assoluto, ci porterà il tricolore», chiude Maurizio, più noto come bruciamotori («perché aggiusta scooter a basso prezzo»).
La festa Continuano a cantare in strada, la partita è finita da unora. Cè quello che sventola un lenzuolo di 3 metri, quello in piedi su una macchina, quello che ha fatto in tempo a dipingersi la testa di giallorosso. «Abbiamo messo la freccia, il sorpasso è già avviato»: non ha quasi più la voce, Gaetano, 42 anni, che vende il pesce in piazza a Campo de Fiori («so quello delle triglie più grosse»). Continuiamo verso Trastevere, la gente in macchina non smette di suonare. Come Luigi Tintori, che di anni ne ha 37: «Toni e De Rossi, vogliamo due statue in città per loro, se arriva lo scudetto». Così come a piazza Venezia, dove in un gruppo di ragazzi spicca Robertino, il più basso: «È lanno dello scudetto, abbiamo tutto per vincerlo, quello che cè in giro stasera è solo la prova generale».