IL GIORNALE - La fine del curvone - Ranieri dixit - è arrivata. E la Roma, che si presenta all'appuntamento con l'Inter indossando il vestito buono (infermeria vuota, ma con capitan Totti abile e arruolato a 42 giorni dalla sua ultima apparizione, che sia accomoderà in panchina),
Il premier Berlusconi fa capire, senza dirlo, di tifare Roma. Ranieri, almeno allapparenza, sembra avere la mente libera, daltronde il profilo basso è stato il suo credo costante. Vede la partita con lInter come «un premio che i ragazzi si sono sudati e meritati», ripete ormai fino alla noia che «lo scudetto è dei nerazzurri e che se dovessero perderlo, noi dobbiamo essere pronti. Siamo due squadre diverse, lInter una superpotenza inattaccabile, noi più leggeri e consapevoli della nostra forza».
Il tecnico è lapidario sulla scelta dellarbitro Morganti («mi dà fiducia, ci terrà a far bene perché la partita sarà vista in tutto il mondo»), non manda messaggi al suo «nemico» Mourinho («gli parlerò allOlimpico, basta e avanza...») ma una frecciata indiretta sì: «Se abbiamo rivisto il match di andata? Sì, per vedere quanti falli ci ha fatto lInter...». Uno strascico - appena abbozzato per la verità - della polemica sollevata da Mou nel dopo partita (1-1, botta e rispostaVucinic-Etoo) sullarbitraggio di Rocchi che però non vide il colpo di Vieira a De Rossi, con frattura dello zigomo per il romanista. Tempi lontani, la brillante cavalcata della Roma - 20 partite senza stop - era allepoca solo una chimera.
E tra le cifre della supersfida, emerge il biglietto da visita dei giallorossi allOlimpico: dieci vittorie nelle ultime undici partite, solo quattro gol incassati (di cui due su rigore). Ma il successo sui nerazzurri manca in campionato dal 7 marzo 2004 (Capello in panchina, firme di Cassano, Totti e Mancini). E Ranieri non ha mai battuto Mourinho in tre precedenti. «Vincere sarebbe simpatico, ma non perdere sarebbe importante perché vorrebbe dire che ce la potremmo giocare ancora», il pensiero del tecnico romano. Che non svela i suoi piani, anche se sta pensando a una squadra più «prudente» con Menez e appunto Totti fuori dagli undici titolari e con Perrotta, preziosa arma tattica, rispolverato dopo 90 di riposo a Bologna.
E se allOlimpico sbarcheranno i «marziani», chi meglio dei due ex può dare consigli a Ranieri e ai compagni di squadra? Il più recente, Burdisso, ormai idolo dei tifosi giallorossi, confessa che avrà «un po di emozione alla prima da avversario» e parla di unInter «forte ma non imbattibile»; il più lontano nel tempo, Pizarro, consiglia di giocare «palla a terra perché così li abbiamo messi in difficoltà tante volte». Sarà la ricetta giusta?