Club Testaccio, nasce la nuova sede

06/03/2010 alle 12:49.

CORSERA - Un vuoto che bisognava riempire, perché ormai era impossibile passare per via Branca, a Testaccio, senza guardare quei locali, fino a qualche mese fa, cuore della tifoseria giallorossa. Solo i muri, ancora con tinti dai colori romanisti, ricordano il passato.

«Sono locali Ater, per cui dobbiamo ringraziare il presidente Luca Petrucci - racconta Sergio Rosi, da vent’anni presidente del club - per cui dovremmo pagare un affitto per noi sostenibile, e così speriamo di ricominciare al più presto le nostre attività di circolo». L’inaugurazione sarebbe prevista per il 22 marzo, ma i lavori sono appena iniziati e nelle due stanze di via Ghiberti bisogna rifare gli impianti, elettrico ed idraulico, pavimenti e soprattutto creare completamente i servizi igienici, che no ci sono. La nuova sede non è troppo più piccola di quella storica che fu inaugurata nel 1969, in poco più di 60 metri per oltre quarant’anni si sono festeggiate tutte le vittorie della Roma. E sofferto per le sconfitte. «Per fortuna i lavori più importanti sono a carico dell’Ater - continua Rosi - ma il resto lo dovremo fare noi. Per questo abbiamo pensato ad una forma di autofinanziamento nel quartiere». E così da qualche settimana nel rione si sono creati dei punti di raccolta fondi per il Testaccio Roma Club: le sottoscrizioni sono aperte presso il bar pasticceria Linari di via Zabaglia, all’edicola Ferruggia (di Righetto, storico residente scomparso nel 2007)a piazza Testaccio, alla pizzeria da Remo a piazza Santa Maria Liberatrice, dal tappezziere Proietti a via Branca. «Ho una busta appesa accanto ai giornali - racconta l’edicolante Paola Ferruggia -le vecchiette, i bambini quando comprano il giornale a volte lasciano il resto. "Per club della Roma", mi dicono e io porgo la busta e loro mettono quello che possono. Una cliente architetto si è offerta di fare il progetto per la ristrutturazione completamente gratis. Tutti nel quartiere vogliono che il club riapra al più presto, anche alcuni della Lazio hanno dato il loro contributo. Senza questo quartiere non è lo stesso, anche per loro».