
IL TEMPO - Soldi. Tanti e subito. Il Manchester City è pronto a fare follie per Daniele De Rossi. Prima ci ha provato il Real, poi il Chelsea di Abramovich, adesso gli sceicchi: il centrocampista della Roma continua a far gola ai club più ricchi del mondo. Il suo nome è scritto ed evidenziato nella lista consegnata da Roberto Mancini ai facoltosi proprietari della squadra inglese.
Per il quarto posto della Premier League è lotta aperta con Tottenham, Liverpool, e Aston Villa. Se il City la spunterà, lo sceicco Mansour, proprietario del club, ha promesso la conferma di Mancini e una campagna acquisti faraonica. In linea con quella che la scorsa estate ha portato a Manchester in un colpo solo gente come Adebayor, Tevez, Santa Cruz, Barry, Tourè e Lescott. Spesa complessiva, compresi gli altri acquisti: 147,3 milioni di euro. Viene da sé che qualora gli inglesi dovessero bussare alla porta della Roma per De Rossi lo farebbero con unofferta di quelle che fanno girare la testa. Anche a una società che non ne vuole sapere di privarsi del suo «capitan futuro». Dopo la partenza di Aquilani la Sensi sa che la piazza non le perdonerebbe unaltra cessione di un giocatore così importante e cresciuto nel vivaio.
Nessun sacrificio (Totti non si discute neanche) sarebbe doloroso come quello di De Rossi. E non può essere preso in considerazione neanche in un momento delicato per le casse di famiglia. Il giocatore, tra laltro, non ha mai pensato di lasciare la Capitale. Roma è il suo mondo, un posto dove «uno scudetto vinto vale più di dieci in altre squadre». La società lo ha accontentato con un contratto da top player (oltre 4 milioni netti allanno fino al 2012) e la prospettiva di andare a guadagnare ancora di più non ha mai superato il suo attaccamento ai colori giallorossi. La Roma è una ragione di vita, come per Totti. «Me ne andrò solo se servisse a salvare la società» il pensiero di De Rossi durante la scorsa estate, quando il Real Madrid si era rifatto sotto. Ormai lui ci è abituato. Gli estimatori non gli sono mai mancati e restano tanti anche in una stagione che tra zigomo rotto, coliche renali e colpi ripetuti alla caviglia lo ha costretto a un rendimento ben al di sotto delle sue potenzialità. Domani, complice la squalifica, potrà riposarsi dopo che non ha saltato un minuto delle ultime dodici partite. Ne ha bisogno. E Ranieri ha bisogno di lui per costruire la Roma del futuro.