IL ROMANISTA (L. PELOSI) - Il problema non è tanto che un giorno qualcuno ha detto che torti e favori arbitrali a fine stagione si compensano. Il problema è che poi tutti gli sono andati appresso, senza mettersi neanche a fare due conti. Altrimenti si scoprirebbe che torti e favori non si compensano quasi mai. Per compensare ciò che in questo campionato è stato tolto alla Roma, ad esempio, ci vorrebbe un bellimpegno.
E il problema non è solo larbitro, ma anche lassistente, Lanciano. Come un altro assistente, Padovan, non aveva visto un clamoroso fuorigioco di Gimenez che poteva far danni in Bologna-Roma, partita viziata da un rigore non concesso per fallo di Portanova su Toni e dalla mancata espulsione di Moras per una gomitata a De Rossi. Poi la Roma vince lo stesso, come fa in casa contro lUdinese, nonostante un calcio di rigore concesso ai friulani per un fallo di Brighi commesso fuori area. E anche qui, non cera un assistente che poteva vederlo? A Livorno Knezevic non è stato espulso per il fallo da rigore su Menez. Pizarro ha sbagliato dal dischetto, è vero, ma il Livorno avrebbe dovuto giocare in 10 più di un tempo.
Non sempre, però, la Roma riesce ad ottenere il suo nonostante gli errori arbitrali. Come è normale che sia, soprattutto se Rizzoli concede un rigore inesistente al Napoli al 90, se Rocchi non vede il fallo su Cassetti nellazione che consente a Daniele Conti di segnare a Cagliari al 94, se Rosetti non concede due rigori in Milan-Roma sullo 0-1 e poi se ne inventa uno per il Milan, se Morganti non espelle in Genoa-Roma Biava, che poi segna il gol del 3-2 per il Genoa. Fanno 8 punti, e non finisce qui. Perché anche se non ci sono episodi decisivi, come si fa a dire che Rocchi (ancora tu) non abbia condizionato Inter-Roma? Vieira andava espulso per aver rotto lo zigomo a De Rossi, Muntari per un fallo a palla lontana su Menez essendo già ammonito. Insomma, tra arbitri e assistenti (che sono meno esposti dei direttori di gara ma possono fare più danni), non cè da fidarsi. Anzi sì, fino a questo momento uno di cui fidarsi sembra esserci: è Tagliavento, che ha diretto Roma-Milan, gara delicatissima, ottenendo consensi unanimi. E che sarebbe stato il direttore di gara ideale anche per Roma-Inter, ma per lui i nerazzurri si sono serviti di un istituto che ufficialmente non cè , ma ufficiosamente sì: il diritto di veto. Tutto per Inter-Sampdoria, partita che gli interisti chiusero in 9 per le sacrosante espulsioni di Samuel e Cordoba e dove fu risparmiato Milito per un fallo cattivissimo su Palombo. Il tutto condito dalle manette di Mourinho, poi squalificato e adesso chiuso nel suo personalissimo silenzio stampa.
In realtà una volta Mourinho ha parlato. Prima della partita col Chelsea, perché costretto dalle regole Uefa. «Tutti sanno come il campionato si è riaperto», disse. Stava pensando alla Roma? Chissà. Forse al Milan, che ultimamente ha beneficiato di un rigore inesistente (Milan-Lazio), dellannullamento di un gol regolare (Yepes, Chievo-Milan), della mancata concessione di un rigore (Bari-Milan, sullo 0-0). Ma tanto poi torti e favori arbitrali a fine stagione si compensano. Per compensare i torti subiti dalla Roma ci vorrebbero 6-7 Morganti al contrario. No, grazie. Questa Roma è in grado di vincere anche senza aiuti. Chiede solo di poterlo fare senza aiuti ai prossimi avversari.