Vucinic-Mexes la Roma vola

05/02/2010 alle 09:27.

CORSPORT (A. MAGLIE) - Con il diciottesimo ri­sultato utile ( e settima vittoria di fila) Ranieri ipoteca la fina­le di Coppa Italia, quella stessa finale che lo scorso anno fece esplodere la crisi di rapporti con i vecchi datori di lavoro ju­ventini. Ma a questo trofeo la Roma punta: non poteva “ buca­re” questo appuntamento. E non lo ha “bucato”. L’Udinese ha provato a limitare i danni, ha contenuto le ripartenze gial­lorosse ma a questa Roma, an­che cinica e non solo bella, co­me la vuole il suo tecnico, sono sufficienti un paio di occasioni per sistemare i conti. E se con il Catania, sempre in Coppa Italia, la squadra era apparsa sprecona, ieri sera è stata es­senziale ed efficacissima ( po­teva arrivare anche il terzo gol se ..



La lunga corsa della squadra giallorossa domenica sera con­tinuerà a Firenze, quella in questo strano torneo a sin­ghiozzo riprenderà il prossimo 14 aprile. Ma i segnali per i ti­fosi giallorossi e per Ranieri sono tutti confortanti. Infortuni a parte. Ieri sera sono usciti ac­ciaccati Vucinic ( rientrato do­po un breve stop) e Mexes ( for­se il problema più preoccupan­te, al ginocchio). In compenso è tornato che ha giocato be­ne i primi venti minuti e poi è andato in deficit di ossigeno ( quindi, dinamico). E’ proprio la gestione della rosa dal punto di vista degli infortuni l’unico vero punto interrogativo. Ra­nieri vuole tenere in corsa la sua squadra su tutti i fronti ma dovrà evidentemente centelli­nare con grande equilibrio le energie.



Tanto la Roma quanto l’Udi­nese ieri sera hanno deciso di mandare in campo le squadre migliori, con i giallorossi che hanno riproposto , lontano dai terreni di gioco dalla vitto­ria in campionato sulla , e Vucinic. Facilmente leggibile l’assetto dell’Udinese. De Bia­si, dopo il tentativo di converti­re la squadra al 4- 4- 2, è ritor­nato sui suoi passi, anzi su quelli del predecessore Mari­no, confermando il modulo a tre punte. Più duttile l’assetto scelto da Ranieri. Due punte con Vucinic che partiva da si­nistra per accentrarsi, Perrotta trequartista che in fase difensi­va scalava spesso a sinistra per evitare a Riise di essere preso in mezzo tra Isla e Sanchez.



Come normalmente accade tutti gli anni, i club scoprono l’importanza della Coppa Italia alle battute finali. Ecco perché come tutte le partite che conta­no, le difficoltà possono au­mentare se non si arriva imme­diatamente al gol. La Roma ha evitato le complicazioni pas­sando in vantaggio al 12', su un contropiede innescato da un lungo lancio di , con Vucinic che ha evitato il fuori­gioco beffando Coda e poi ob­bligando Handanovic alla capi­tolazione con una conclusione ravvicinata. Stranamente il vantaggio induceva i gialloros­si ad abbassare la guardia. La fase difensiva spesso era mac­chiata da errori, ( inevita­bilmente poco dinamico) mal­trattava un paio di palloni sul­la propria trequarti, persino Pizarro si concedeva qualche lancio impreciso. L’Udinese, che pure in mezzo al campo ap­pariva sistemata molto bene, davanti appariva piuttosto in­consistente, nonostante il gran­de impegno di Sanchez. Una inefficacia che i friulani paga­vano al 40', quando un fallo su Vucinic sul vertice sinistro del­l’area consentiva a Pizarro di calciare una punizione sulla quale si avventava di testa Me­xes approfittando della molle uscita di Handanovic: raddop­pio che consentiva alla squadra di Ranieri di predisporsi a una gestione più serena della ripre­sa.



L’Udinese cercava di alzare il ritmo e di aumentare il pres­sing, in parte riuscendovi visto che la Roma trovava qualche difficoltà a ripartire e, quando attaccata, mostrava qualche imbarazzo. Di qui la scelta di Ranieri di rinunciare a Vucinic ( toccato duro in occasione del secondo gol) per inserire Bap­tista ( cambiava anche il modu­lo: Baptista andava a sinistra, Taddei si allargava a destra, stringeva accanto a Pizarro per un vero e proprio 4- 2- 3- 1). Da quel momento, la gara assumeva connotati stan­chi e ripetitivi e, a parte qual­che sussulto finale ( propiziato da Di Natale), la Roma metteva all’incasso senza particolari paure la vittoria.