Tocca all’uomo dei gol pesanti «Voglio la finale»

18/02/2010 alle 09:45.

CORSPORT (P. TORRI) - Tocca a lui. Ancora lui, l’uomo del Montenegro. Totti a ca­sa con l’influenza e un occhio al ginocchio, Toni non ancora recu­perato, toccherà di nuovo a Mirko Vucinic essere il punto di riferi­mento offensivo della squadra giallorossa, il principale indiziato, si fa per dire, per cercare quel gol, meglio ancora se al plurale, che in partite di cop­pa in trasferta vogliono dire una solida ipoteca per continuare l’avventura europea.
Del resto il montenegrino è uomo di coppa. Capitano a par­te, è l’unico altro romanista che può vantare un tabellino in doppia cifra in Europa, dieci reti, spesso e molto volentieri in partite che sono rimaste nella memoria dei ti­fosi, come a Madrid, come al­l’Olimpico ...



Del resto il montenegrino è uomo di coppa. a par­te, è l’unico altro romanista che può vantare un tabellino in doppia cifra in Europa, dieci reti, spesso e molto volentieri in partite che sono rimaste nella memoria dei ti­fosi, come a Madrid, come al­l’Olimpico nell’unica vittoria sul Manchester United, come contro lo Sporting Lisbona per una vitto­ria fondamentale con un gol che è stato un capolavoro, come, sem­pre in casa, quella doppietta al Chelsea che per una notte riconse­gnò a
Luciano Spalletti una Roma che si pensava smarrita. «Non è mai facile fare gol, l’importante, poi, non è tanto che segni io, quan­to che vinca la Roma, noi all’Euro­pa League ci teniamo, ci piacereb­be molto arrivare alla finale» ha sussurrato ieri mattina il monte­negrino sul charter che ha porta­to la Roma in una Atene che alla Roma ha regalato un caldo prima­verile ma pure un traffico che, al confronto, da noi è un paradiso, ed è tutto dire.



Qui ad Atene non ha mai gioca­to, «contro l’Olympiacos nel 2006 la nostra vittoria me la sono godu­ta della panchina» , il battesimo sarà in uno stadio da Cham­pions, di fronte agli annunciati sessanta­mila tifosi indemo­niati del Pana, roba che per uno come il montenegrino costi­tuiscono solo uno sti­molo e una garanzia in più. Ha giocato molto in questi ultimi tem­pi, quando, invece, con l’arrivo di Luca Toni nel mercato di gennaio, sembrava che dovesse essere lui la vittima sacrificale alla coppia che ha vinto un Mondiale, a quei due che fanno sognare i tifosi gial­lorossi ma che, finora, con la Ro­ma, insieme in campo non li ab­biamo ancora visti. Ranieri, del resto, nei confronti di Vucinic ha avuto sempre paro­le di stima, consapevole probabil­mente che solo il montenegrino gli garantisce la copertura di entram­bi i ruoli offensivi, meglio da esterno sinistro, ma se c’è da fare il centravanti, nessun problema, come stasera qui ad Atene, l’uomo di coppa per non tornare a casa senza aver scritto almeno un no­me nel tabellino dei marcatori.



Vucinic, in questo senso, si pre­nota, anche per arricchire il suo score stagionale, è arrivato a quo­ta otto, quattro gol in campionato, altrettanti nelle coppe, un numero che per i detrattori è sempre fon­te di critiche nei confronti di que­sto giocatore (la stagione passata ne ha realizza­ti diciassette tutto compre­so, undici in campionato).



Che, però, in campo fa tan­te altre cose, a cominciare dall’ultimo passaggio, quest’anno ne ha già garantiti parecchi, chiedere a To­ni per esempio che grazie per i suoi primi due gol in giallorosso lo ha detto proprio al montenegri­no, un pallone sui piedi, uno sulla testa, complimenti. La sfida di Atene è una partita da Vucinic. Difficilmente il mon­tenegrino toppa le partite che con­tano. E questa, per una Roma che non ha mai fatto mistero di voler arrivare in fondo a questa prima Europa League, è una di quelle partite che contano. Magari anche per ridimensionare i novanta mi­nuti della gara di ritorno. Magari con un gol di Vucinic.