Soltanto Liedholm e Spalletti hanno tenuto tre fronti aperti

27/02/2010 alle 10:35.

IL ROMANISTA (M. IZZI) - Le carte sono state scoperte e alla resa dei conti Claudio Ranieri non ha potuto calare il poker. Eh si, perché se il tecnico romano fosse riuscito a guidare i suoi ragazzi al passaggio del turno in Europa League avrebbe realizzato un’impresa che nella storia giallo-rossa è riuscita solamente in quattro occasioni. L’impresa a cui facciamo riferimento è quella di tenere la squadra in corsa su tre fronti almeno sino al mese di marzo. Nell’era moderna del calcio europeo (che facciamo partire dal varo delle competizioni UEFA, vale a dire Coppa dei Campioni, Coppa UEFA e Coppa delle Coppe), questo traguardo è stato conseguito solamente da Nils Liedholm (nelle stagioni 1982/83 – 1983/84) e da Luciano Spalletti (stagioni 2006/07 – 2007/08, a marzo del 2006 la Roma non era invece in lotta per lo scudetto perché ancora non erano arrivate le sentenze legate allo scandalo delle intercettazioni).

 

La Lupa edizione 2009/10 si è dunque fermata ad un passo dalla meta, con l’attenuante di aver avuto una rosa limitata, che ha pagato a carissimo prezzo l’assenza di uomini basilari dell’undici titolare. Questo non cancella l’operato di un tecnico che dopo aver ereditando una squadra che al suo arrivo appariva in disarmo, le ha dato un

rendimento che a cavallo di novembre e febbraio, è stato indubbiamente storico. Il pioniere della Roma incapace di mollare è naturalmente Nils Liedholm e ad indicare la retta via a tutte le formazioni del futuro non poteva che essere la banda campione d’Italia 1982/82. Nella stagione di gloria che porterà al titolo, Di Bartolomei e compagni si spingeranno sino ai quarti di finale di Coppa UEFA.

 

L’accesso a quel turno era stato guadagnato nel mese di dicembre con la leggendaria vittoria contro il Colonia. Quel giorno indimenticabile (in cui anche dalla tribuna stampa dell’Olimpico esultò come un ragazzo al gol qualificazione siglato da Falcao a due minuti dal termine), il grandissimo Fulvio Stinchelli, commentando il trionfo scrisse: «Nella lunga, interminabile notte che ha preceduto la partita mi è venuto in sogno Renato Sacerdoti, il presidentissimo (Dino Viola mi perdoni) la cui memoria è stampata nel cuore di ogni vecchio romanista, per dirmi con quel bel romanesco sonante, signorile e perduto: “Furvié, che fai, tremi? Nun è da te. Da ragazzino nun avevi paura de gnente e mò, da vecchio, te cachi sotto? E’segno de rincojonimento. Svejete, Furvié, che domani la Lupa passa facile”». In realtà non fu una passeggiata di salute, ma la Lupa ce la fece per davvero, come a settembre ce l’aveva fatta a inserirsi negli ottavi di finale di Coppa Italia (l’andata si sarebbe disputata contro l’Avellino l’8 marzo).

La stagione successiva, con quello che a mio avviso rimane l’undici di base più forte di tutti i tempi, la Roma bissò l’impresa, spingendosi ancora più in là. Nel mese di marzo, infatti si trovava al secondo posto in classifica a quattro punti dalla , stritolava la Dinamo di Berlino all’Olimpico, guadagnandosi l’accesso alla semifinale di Coppa dei Campioni (con Cerezo che al gol del tre a zero siglato in casa pensava solo a mandare baci alla moglie) ed era già nei quarti di finale di Coppa Italia (che si sarebbero disputati a giugno). Liedholm ha detto che se quella squadra avesse avuto anche Francesco Rocca sarebbe stata imbattibile, il sottoscritto non solo ne è convinto, ma non è neanche disposto a discutere sulla faccenda, le cose con un centrocampo che contava su Cerezo, Falcao, e Conti, sarebbero inevitabilmente andate così.

Dopo il biennio di gloria targato Liedholm, è Spalletti, nel 2007, che torna ad incantare. Il 6 marzo arriverà l’indimenticabile vittoria a Lione, quindi l’affermazione in Coppa Italia e un inevitabile assestamento dietro all’Inter (a fine anno saranno 22 i punti di distacco dai campioni d’Italia, ma l’ultima a gettare la spugna è stata proprio la Roma). La stagione 2007/08 (che vedrà un nuovo successo in Coppa Italia), sarà ancora migliore. Il 28 febbraio a Milano, il gol di al 38’, sembra far volgere in favore dei lupi la lotta tricolore. Arriverà invece il pareggio con due numeri da circo, il primo di Rosetti che tira fuori dal cilindro un’espulsione di Mexes che entra di diritto nella storia del calcio (che non ci piace…), il secondo di Zanetti, con un avventuroso controllo e una conclusione acrobatica sorprende Doni allo scadere. Neanche una settimana dopo, il 5 marzo, vincendo a Madrid con reti di Taddei e Vucinic, la banda Spalletti guadagnerà il visto per i quarti di finale di .

 

Il match del Santiago Bernabeu vede una Roma sontuosa, capace di annichilire gli avversari con colpi d’alta scuola, come la terrificante bordata con cui al 18’ Aquilani colpisce l’incrocio dei pali. A dire il vero, a rimettere in pari il conto dei legni ci pensa proprio il futuro giallo-rosso Julio Baptista che al terzo minuto della ripresa colpisce in pieno la traversa su calcio piazzato. Il match si sbloccherà, finalmente, ad un quarto d’ora dal termine. Cross dalla sinistra di Tonetto, inserimento perfetto di Taddei e Casillas è battuto. Il Real tramortito, ma non ancora domato, pareggia immediatamente con Raul (probabilmente in fuorigioco), ma a tempo scaduto, un calcio di punizione dell’ex madrilista Panucci, ed ecco il gol di Vucinic.