IL ROMANISTA (D. GALLI) -N iente processo sommario. Anzi, niente processo proprio. Alla faccia di chi dice che il pubblico romanista ti stritola al primo sbaglio, e pure al secondo e al terzo, Doni esce incolume dalla ghigliottina dellOlimpico. Chi giovedì lo aveva condannato per gli errori col Panathinaikos, ieri lo ha perdonato pochi istanti prima del fischio dinizio. Doni lo capisce subito. Lo respira al primo sguardo del suo Olimpico. Già al riscaldamento, quando dagli spalti piovono applausi. «È da un po che sono a Roma, questo era un momento difficile. Ho avuto una risposta importante da tutta la squadra, mi hanno dimostrato che mi vogliono bene». Invece, come conferma anche Ranieri, il gruppo è solidissimo. «A me piace sentire il capitano, il vicecapitano e lallenatore. Alla fine si dicono tante bugie in giro. Poi arrivano gli altri, chi ti conosce, e dice la verità. Sono contento per questo. Abbiamo un bel gruppo, stiamo tutti i giorni insieme e la verità viene sempre fuori. Dopo tutte le critiche dellultima partita, credo di aver dato una risposta positiva anche ai tifosi».
Doni lo capisce subito. Lo respira al primo sguardo del suo Olimpico. Già al riscaldamento, quando dagli spalti piovono applausi. «È da un po che sono a Roma, questo era un momento difficile. Ho avuto una risposta importante da tutta la squadra, mi hanno dimostrato che mi vogliono bene». Invece, come conferma anche Ranieri, il gruppo è solidissimo. «A me piace sentire il capitano, il vicecapitano e lallenatore. Alla fine si dicono tante bugie in giro. Poi arrivano gli altri, chi ti conosce, e dice la verità. Sono contento per questo. Abbiamo un bel gruppo, stiamo tutti i giorni insieme e la verità viene sempre fuori. Dopo tutte le critiche dellultima partita, credo di aver dato una risposta positiva anche ai tifosi».
Qualche presa facile, nessuna uscita avventata. Merito di una difesa particolarmente attenta e demerito di un Catania che, se gioca così, se ne va dritto dritto in B. Impegni severi? Ma dai... Di brividi veri lOlimpico ne prova uno solo, quando al 20 del primo tempo Doni dribbla secco Maxi Lopez: «Ho stoppato male la palla e ho dovuto fare quella cosa. Per giocare nella Roma un portiere deve essere sempre tranquillo e fare bene. Non sempre ci si riesce». Ieri, sì. Doni è perfetto pure nella ripresa, quando Maxi Lopez fugge in contropiede e il brasiliano lo anticipa dosando i tempi. Il pubblico si accorge un pelo dopo della bandierina alzata dal guardalinee.
Quellistante di incertezza in tribuna viene colmato dagli applausi, liberatori: «Ammazza, hai visto?». Visto, visto.
E lha visto, e sentito, pure Doni. «Ho cercato di fare una buona partita, di aiutare la squadra. Sono contento per laiuto che mi hanno dato i romanisti. Quando perdi, prendi i fischi. Se vinci, gli applausi». Il portiere nega di voler andare via: «Sono cinque anni che lo dicono. Per ora resto qui. Se a fine anno la Roma mi dirà che devo partire, partirò. Per adesso resto, poi a fine stagione vedremo». Molto dipenderà dalle scelte future di Ranieri. Attualmente, Julio Sergio gode di notevole credito. E Doni lo sa. «Il rapporto con Julio è ottimo», dice. Limportante, adesso, è che non si sia deteriorato un altro rapporto. Quello con i romanisti.