IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - Trentanove minuti. Tanto è durata la Roma ieri sera e con lei il sogno di un Olimpico finalmente pieno di proseguire il sogno europeo. Quando larbitro, ma la segnalazione è arrivata dallassistente aggiunto (inutili fino ad ora, ma proprio ieri dovevano cominciare a contare qualcosa?), ha indicato il dischetto del rigore, la Roma ha cominciato a sgretolarsi. Una bella mano ai greci lha data anche Doni, due minuti dopo, che ha sulla coscienza un tiro non irresistibile di Ninis ma non può essere solo colpa sua se in pieno recupero la difesa giallorossa ha spalancato la strada a Cissè per il gol del 3-1.
Peggio che a Cagliari e ad Atene: la Roma è riuscita a subire tre gol in sei minuti, se non è un record poco ci manca, buttando una qualificazione che dire alla portata è dire poco. Non si offenderanno i greci se diciamo che la formazione giallorossa nonostante le tantissime assenze (ieri mancavano Toni, Totti, Julio Sergio e Pizarro) era comunque più forte. Due black-out (dodici minuti in totale) a distanza di sette giorni sono costati un obiettivo, assolutamente non secondario, della stagione.
Ora Ranieri ha un compito difficile quasi quanto quello che ha affrontato il due settembre al suo primo giorno di lavoro: lì bisognava ricostruire la Roma, ora bisogna tenerla unita. E non è detto che sia così facile. Perché la squadra vista ieri è una squadra stanca sia dal punto di vista fisico sia da quello mentale, che ha pagato la grande fatica psicofisica accumulata in questo segmento di stagione. Ora bisogna resettare e ricominciare. Possibilmente già da domenica a Napoli, dove si giocherà unaltra partita fondamentale per il futuro giallorosso: più che pensare allo scudetto bisogna blindare la zona Champions. E visti i tempi, e gli arbitri, sarà unimpresa tuttaltro che facile.