Rullo Roma

05/02/2010 alle 09:07.

GASPORT (M. CECCHINI) - La macchia è cancellata. L’Udinese, che ad ottobre era stata l’ultima squadra a far cadere la Roma, stavolta finisce per diventare il 18˚ anello della catena di risultati utili consecutivi partoriti dalla rivitalizzata Roma di Ranieri, giunta ora a 7 vittorie di fila. Un2-0 chirurgico (3 tiri in porta), che tenendo a secco i friulani consente ai giallorossi di mettere un piede in finale di Coppa Italia, sempre che la gara di ritorno - ad aprile - non si trasformi in una imprevista corrida.
La chiave Nonostante le squadre abbiano, dall’inizio, rispettivamente 7 e 9 reduci del match autunnale, l’impronta tattica è assai diversa. Ranieri e De Biasi, schierando squadre assolutamente «vere», piazzano le difese alte per impedire agli attacchi - tutti rapidi - di cercare la profondità. ..



La chiave Nonostante le squadre abbiano, dall’inizio, rispettivamente 7 e 9 reduci del match autunnale, l’impronta tattica è assai diversa. Ranieri e De Biasi, schierando squadre assolutamente «vere», piazzano le difese alte per impedire agli attacchi - tutti rapidi - di cercare la profondità. Si capisce subito, quindi, che la prima squadra che commetta un errore di posizionamento rischia di compromettere il match. E nella trappola cade subito l’Udinese quando al 12’, dopo un contrasto fra Taddei e Lukovic (che protesta), innesca Vucinic con un lancio di trenta metri: Isla e Coda sono colti di sorpresa e così l’attaccante batte sul proprio palo un non irreprensibile Handanovic. A quel punto l’inerzia della partita si sposta tutta a favore della Roma, che consente all’Udinese di giochicchiare nella propria trequarti (il possesso palla lo denuncia) per avere praterie su cui correre e provare a far male. Ed è lo stesso Vucinic alla fine del primo tempo (40’), con un’ennesima ripartenza, ad innescare il raddoppio, tirando su da solo la squadra e subendo il fallo sul vertice sinistro dell’area; la punizione di Pizarro, infatti, è il trampolino su cui si lancia di testa Mexes, beffando Zapata e ancora una volta il poco pronto Handanovic.



Pizarro cuce Il rapido (e poi doppio) vantaggio consente alla Roma di abbassare i ritmi e, ad un certo punto, di pensare anche alla trasferta di Firenze, risparmiando Vucinic e mandando subito Mexes a far le visite dopo la forte contusione rimediata alla coscia destra (è a rischio per domenica). Nonostante ci sia spazio sulle fasce, la Roma decide di tenere più bloccati del solito Cassetti e Riise, perché Di Natale e Sanchez sono brutti clienti. In mediana poi, mentre Pizarro tiene palla e cuce da campione, tocca a e a Perrotta fare a sportellate con Inler e Asamoah, visto che D’Agostino sceglie (un po’ incautamente) di trascurare la fase difensiva. Risultato? Secondo tempo astuto e «morbido», in cui resta sul tabellino solo un tiro di nel finale.



Udinese sterile D’altronde friulani provano a far gioco, con un mobile triangolo di centrocampo che vede D’Agostino vertice basso nella fase difensiva e Asamoah spigolo alto in quella offensiva per dar forma a un interessante . L’attenzione della retroguardia giallorossa, però, consente loro solo spazi fino al limite dell’area, dove le numerose conclusioni sono deboli o imprecise, tant’è che per avere una reale palla gol bisogna attendere il 45’ quando, sfruttando una torre di Floro Flores, Sanchez conclude a lato di poco. Stesso registro nella ripresa, dove Doni deve intervenire solo in uscita su Sanchez e su una conclusione centrale del neo acquisto Geijo. Il resto è solo un rosario di angoli e tiri senza mordente. Quanto basta alla Roma per continuare col vento alle spalle la caccia alla 10a Coppa Italia, quella che vale la stella d’argento e un pezzo di storia da mettere in bacheca.