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CORSPORT (A. MAGLIE) - La Roma vola, un volo eccezionale, che non conosce ostacoli. E quello di ieri era un ostacolo alto: il Palermo, una squadra che gioca un ottimo calcio, bene organizzata. La squadra di Ranieri lha superato, non senza qualche difficoltà perché nel primo tempo la partita lha fatta la squadra siciliana, dimostrando, però, una imprecisione sotto porta che alla fine ha pagato ben oltre i suoi demeriti (ci sono anche quelli: Bovo è caduto in una delle sue rare giornate stortissime propiziando, alla fine, ben due dei quattro gol giallorossi). Ma la squadra di Ranieri ha trovato una solidità straordinaria, attorno a una coppia di centrocampisti ( due veri e propri «registi» per qualità, capacità di ..
Ed è qui forse la chiave per capire la straordinaria serie positiva (venti risultati utili, diciassette vittorie e tre pari, eguagliato il primato di Capello, non ancora quello di Liedholm che arrivò a trentacinque; tredici successi consecutivi in casa): tanto era brillante ma monotematica la Roma di Spalletti, tanto è duttile, «modellabile», «malleabile» come cera la Roma di Ranieri.
Ieri i giallorossi sono partiti con il «rombo » a centrocampo con Taddei vertice alto. Una scelta che consentiva al Palermo di utilizzare le corsie esterne con una certa efficacia. Cambio di copione, allora: Taddei a sinistra e Vucinic che assisteva Totti (ha giocato un tempo, partecipato a un gol e offerto comunque una prestazione migliore di quella di Firenze) partendo da destra. Altro giro altra corsa, nella ripresa, quando Baptista ha sostituito Totti (entrato tra i fischi, è uscito al fischio finale tra gli applausi): vero e proprio 4-23-1, con De Rossi e Pizarro affiancati, Taddei sempre a sinistra, Brighi più largo a destra e Baptista dietro Vucinic in posizione centrale.
Adattabilità tattica e grande capacità di lettura delle fasi della partita. Ora si può anche dire che il solito «Fattore C» ha dato nel primo tempo una mano a Ranieri. Però, in quei 45 minuti il Palermo ha espresso il meglio di sé, sfiorando il gol almeno quattro volte ( tre con Miccoli, una con Cavani). La Roma ha capito che non sarebbe stata una passeggiata di salute: ha limitato i danni e atteso lepisodio che è arrivato (angolo di Totti, girata di Brighi e infausto intervento di testa di Bovo che spiazzava Sirigu). Nonostante la rete, il Palermo non ha ammainato bandiera e Delio Rossi ha ragione quando dice che sino allo 2-0 la squadra ha fatto la sua parte.
Nel calcio, però, vince chi commette meno errori e i rosanero di errori ne hanno commessi tanti, sia sotto la porta avversaria che sotto la propria porta e soprattutto questi ultimi hanno pesato sullo squilibrio finale (il raddoppio di Baptista, sicuramente condizionato da una spinta di Taddei su Cassani, è stato una sorta di festival degli orrori). E pure in occasione del terzo gol i rosanero hanno mostrato di scarsa reattività nellandare ad aggredire la palla che usciva dalarea e che si è trasformata in un facile «assist» per Brighi (con la doppietta ha evidentemente festeggiato con un giorno di anticipo il compleanno).
E al di là della prodezza di Pizarro (un cambio di campo di una quarantina di metri a pescare Riise che in diagonale batteva per lultima volta Sirigu), anche il quarto gol sottolinea una serata nella quale la fase difensiva del Palermo non è stata inappuntabile. Ma gli errori degli uni sono normalmente la conseguenza delle qualità degli altri.
Oggi la Roma è una squadra straordinariamente efficace sotto porta, pur potendo contare su un Totti non al meglio e su un Vucinic che si accende come le lampadine dellalbero di Natale, a ritmi alternati (e Toni che ieri ha guardato la partita da un palco dellOlimpico). Efficacia e concretezza assistite da una notevole disponibilità al sacrificio (il povero Taddei avrà percorso i chilometri di una maratonina).
LInter ( che giocherà questa sera) è ad appena sei punti. E evidente che stasera Mazzarri avrà, a duecento chilometri di distanza, tifosi estremamente interessati. Lo scudetto ora è solo un sogno ma con la Champions che riparte e il grande dispendio di energie mentali che fa bruciare, « sognare » senza farsi schiacciare psicologicamente può essere utile e benefico. Anche per migliorare laddove la squadra manifesta qualche titubanza ( troppe conclusioni concesse agli avversari, troppo spesso le palle alte sono una «croce»). Il volo continua, alto, molto alto.