Il MESSAGGERO (U. TRANI) - «Io paura? E di che cosa?». Di giocare con il Catania allOlimpico, visto che la piazza, intesa come tifoseria, lo indica da giovedì sera come unico responsabile del ribaltone di Atene. Della prima sconfitta della Roma dopo tre mesi e mezzo senza mai cadere. Ma Doni, dallalto dei suoi 194 centimetri, non si piega. «Non mi chiamo certo fuori perché ho sbagliato contro il Panathinaikos. Non sono preoccupato per questo, ma per altro. Che poi è il mio nuovo ruolo in questa squadra. La mia difficoltà è entrare. Non so mai quando tocca a me».
Queste frasi dellex numero uno giallorosso, titolare allimprovviso in Grecia e sicuramente confermato domani in campionato e anche nel ritorno della gara di Europa League di giovedì prossimo perché Julio Sergio starà fuori almeno per dieci giorni, sintetizzano in modo corretto lo stato danimo del brasiliano. Il suo discorso in pubblico è vicinissimo a quello in privato, fatto a poche ore dallinizio della sfida allOaca laltra sera a Conti e Montali. Sfogandosi con i suoi dirigenti: «A fine anno voglio andar via». Diretto e semplice. Perché Doni, dopo aver giocato ottavi, quarti e semifinale di andata di Coppa Italia, era certo di avere spazio anche nei sedicesimi di Europa League. Deluso per laccantonamento nella sfida di coppa, ecco la presa di posizione, correttamente esposta alla società.
Mai, però, avrebbe pensato di subentrare a Julio Sergio durante la gara di Atene. Presentandosi in campo nervoso e scarico. Per certi versi distratto, al punto di dimenticarsi di salutare il collega infortunato al momento dellavvicendamento prima dellintervallo. Il caso esiste e nessuno lo nasconde. Nemmeno Ranieri. Che lo affronta subito. Parlando con il portiere quasi a caldo, cioè in Grecia. Duro il tecnico, pronto a ricordare a Doni il suo ruolo nella Roma. Che è quello di top player. «Ricordati che sei il portiere del Brasile e lo devi far vedere con la nostra squadra». Tutto vero: il cittì Dunga lo porterà il 2 marzo a Londra per lamichevole della Seleçao contro lIrlanda, insieme con Juan e Baptista. Ranieri, però, sa di aver bisogno di Doni. Quindi, nel confronto di Atene, appare anche la stima dellallenatore verso il portiere. La fiducia cè, insomma. Oggi più che mai.
Doni racconta la sua notte più brutta. «Ho commesso errori, ma succede nel calcio. Credo di aver colpe solo sul primo gol. Non dovevo uscire perché la palla era veloce. Dovevo restare in porta. Sulla seconda rete, invece, non potevo far niente. Non sarei mai arrivato sulla palla, avevo troppi giocatori davanti a me. I palloni che si usano in Europa League sono diversi e le traiettorie sono strane. Ma non sto certo a cercare giustificazioni. Ho sbagliato e lo so. Ma conosco il mio valore. E sono pronto a una nuova sfida». Più che contro il Catania, dovrà vedersela con il suo pubblico. «Forza Ale», dice Francesco Totti. «Tutti noi, insieme ai tifosi, gli faremo sentire il nostro affetto», le parole del capitano via internet. «Non si possono dimenticare i meriti di Doni, uno dei protagonisti assoluti di tante vittorie». Ci pensa anche Bruno Conti a difendere il portiere: «Non dimentichiamoci che per quattro anni ha mandato avanti la baracca».
E Montali: «Doni è un nostro capitale». Doni si prepara alla nuova chance da titolare. «Non posso spaventarmi per laccoglienza che riceverò dai tifosi della Roma dopo quanto è accaduto ad Atene. Ormai sono abituato... Ma se non gioco con continuità è dura». Intanto gli accertamenti tranquillizzano Julio Sergio: elongazione del ventre muscolare delladduttore lungo della coscia destra. Fortunatamente nessuna lesione. Il portiere spera di farcela per la trasferta di Napoli del 28 febbraio. «Peccato uscire proprio ora. Ero in forma e con me la Roma che può passare il turno».
Non è scontento solo Doni. Basta guardare in faccia Mexes per capire quanto gli pesa lesclusione di coppa. Anche lui si aspettava di giocare contro il Panathinaikos. Magari per convincere Pierre Mankawski, vice del cittì francese Raymond Domenech, in tribuna allOaca per il difensore giallorosso e per Cissè. «Io sto bene» garantisce Mexes che conta di riprendersi il posto domani. Uscirebbe, stavolta, Burdisso. E con largentino, pure Motta, rimproverato da Ranieri ad Atene durante la gara. Il tecnico, più di tanto, non potrà però cambiare. Perrotta è ancora fermo. Toni sta più con i fisioterapisti che con i compagni, Totti rischia di non farcela nemmeno per Napoli. In attacco, la sorpresa può essere solo Cerci. E lo sapremo presto.