
IL ROMANISTA (D. PETROSELLI) - Questa estate era pronto a partire. Il calcio inglese è diverso dal nostro e John Arne Riise sembrava essere un pesce fuor dacqua negli schemi di Spalletti. Le offerte cerano, in Italia e allestero. Ma alla fine il norvegese è rimasto, perché uno come lui non molla alle prime difficoltà. Arriva Ranieri e lui gli fa subito il regalo di benvenuto con un gol allo scadere al Siena. Da quel momento in poi diventa uno dei punti fermi della difesa giallorossa. Suda, corre e si applica, proprio come vuole Claudio Martello.
Alla fine gli schemi cominciano ad entrare in testa, le diagonali diventano più precise e il Vikingo torna ad essere Thunderbolt. Sei gol in stagione, quattro in campionato e due in Europa, il terzo miglior marcatore dopo Totti e De Rossi. A consacrarlo il colpo di testa allOlimpico di Torino, che regala la vittoria ai giallorossi sui bianconeri. E quella corsa sotto il settore dei suoi tifosi a coronamento di una rapporto che
ormai nessuno può spezzare. Ormai è tra i più acclamati dalla Curva, uno che non andrebbe mai sostituito. E
comunque, anche volendo, John non potrebbe rifiatare, visto che Tonetto è ancora sulla via del recupero.
Ma forse, conoscendolo, la parola stop neanche la conosce. Lui che corre avanti e indietro per 90 minuti ogni partita, come a voler dire che non vuole mollare nulla, sino allultimo momento. E se qualcuno gli dice che correre su tre fronti può essere dispendioso, lui risponde seccato che non è nella sua mentalità lasciare qualcosa, neanche lEuropa League. Ne ha vinte tante con il Liverpool ma anche con il Monaco, ben otto. E ora vuole cominciare a vincerle anche qui nella Capitale. Città che ora sembra calzargli a pennello.
Litaliano migliora giorno dopo giorno e nel gruppo è tra i più bersagliati dagli scherzi di Totti e compagni. Ha faticato tanto per raggiungere questi risultati qui a Roma, ma alla fine che soddisfazione: «Ho lavorato sodo», dice ad un giornale norvegese. «A chi non mi credeva, avevo detto di darmi un anno, e ora...». Hai ragione, e ora è pronto a trascinare questa squadra verso nuovi traguardi. Cinquantanni sono passati ormai da quel trionfo europeo con il Birmingham, e cè da giurarci che John lotterà anche giovedì ad Atene. Perché lui quella Coppa la vuole, come daltronde tutti i tifosi della Roma. Ormai cè da credergli