
IL MESSAGGERO - Linfortunio di Julio Sergio e soprattutto il jaccuse da parte della tifoseria a Doni. Più che la sconfitta di Atene, sono questi due elementi a preoccupare Ranieri: «Si vuole trovare un colpevole ed è stato indicato lui, la verità è che il passo falso contro il Panathinaikos è stata solo colpa della squadra nel suo insieme. Sono contento che Totti lo abbia difeso, si è dimostrato ancora una volta un capitano vero».
Monito alla piazza: «Se Doni venisse fischiato sarebbe come farci un dispetto da soli». La parola dordine per oggi pomeriggio è riscatto: «Voglio vedere come reagiremo, prima o poi dovevamo perdere ma i 20 risultati positivi consecutivi non si cancellano». Anzi, sarebbe disposto a firmare immediatamente per una nuova serie come quella che si è appena conclusa: «Io non firmo mai, ma questa volta sì, lo farei per ottenere altri 20 risultati come quelli che abbiamo fatto».
Qualche settimana fa, in una metafora automobilistica, Ranieri affermò: «Siamo nel curvone e non possiamo sbagliare». La sensazione è che la Roma stia uscendo dalla curva e per questo è vietato sbandare: «Lho già detto, gli esami non finiscono mai e io voglio che la squadra ragioni così: ci siamo apparecchiati un bel pranzo e abbiamo messo tutte le cose sulla tavola, adesso sta a noi decidere se mangiarle o alzarci e andare via». Massima concentrazione, quindi, a partire dai giocatori.
Il tecnico plaude Menez e Cerci, «hanno disputato unottima gara in Grecia», mentre pungola Baptista: «In questo momento Julio è molto più propositivo quando entra dalla panchina». Al brasiliano, la risposta sul campo.