Ranieri: «Vorrei un trofeo a Roma»

25/02/2010 alle 08:30.

IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - Torna sui temi preferiti, Claudio Ranieri, alla vigilia della partita con i greci: il valore della gara («la più importante dell’anno») e il restare con i piedi per terra, anche se i tifosi sognano e sono divisi tra due favole, quella scudetto e quella europea. Sulla sfida di oggi non si sbilancia: «Abbiamo il cinquanta per cento ciascuna di qualificarci. Loro sono una squadra ben organizzata, giocheranno ad aspettarci per ripartire in contropiede, come all’andata. Ma noi ci faremo trovare pronti». Una gara da dentro o fuori. «Ogni partita lo è: Europa, campionato o amichevole, va giocata sempre al cento per cento. Ora è questa la più importante. Come poi lo sarà quella col Napoli».

fuori. «Ogni partita lo è: Europa, campionato o amichevole, va giocata sempre al cento per cento. Ora è questa la più importante. Come poi lo sarà quella col ».

Quattro gli indisponibili, ma tutti di peso, a cominciare dal Pek. «La squadra sta facendo bene, mascherando le assenze, di Pizarro ma anche degli altri che non posso convocare». In gioco, un trofeo europeo che il tecnico vorrebbe riportare a Roma dopo cinquant’anni. «Mi piacerebbe, allora si chiamava Coppa delle Fiere, ma non sarà facile. Deve esserci il sogno ma anche l’azione. E infatti dicono che sarà difficilissima. All’altro sogno non ci pensiamo, l’Inter è di un altro pianeta. Lo scudetto? Solo loro possono perderlo. Noi dobbiamo guardarci da quelle squadre che puntano ai tre posti che valgono l’accesso diretto alla fase finale. Il quarto vuol dire preliminari: pericolosissimi, perché da quest’anno sono “liberi” e puoi incontrare subito una grande».

? «Non credo che si sia perso del tempo. Il dottore ci dà tempi e modi che noi rispettiamo». E’ netto il tecnico anche su cosa serva alla squadra per arrivare in fondo in Europa: «Deve essere forte. Incontrare le avversarie con tutti i suoi giocatori e giocarsela alla pari. E poi avere un pizzico di fortuna, dando però sempre il massimo. Quando esci dal campo avendo dato più di quello che avevi, puoi solo stringere la mano agli avversari».

Vucinic: quanto può essere decisivo? «Dobbiamo esserlo tutti. Anche chi gioca solo due partite. La crescita

di Mirko? I meriti sono solo suoi. Ha lavorato tanto e ora sta raccogliendo i frutti
». E su Menez: «Ha fatto dei progressi, si sta impegnando. Fa parte anche lui del progetto. Cerci? Ha un gran tiro, un bel dribbling. Se ci crede ha tutto per fare la seconda punta». Juan può giocare tre partite in pochi giorni? «Io lo chiamo Benjamin Button perché quando sono arrivato aveva 40 anni e adesso sembra che ne abbia 25».

Nonostante i risultati positivi, l’Olimpico non è mai pieno. «Spero che lo sia domani, perché ne abbiamo bisogno». Infine, sulla regola che vieta le bestemmie: «Penso sia una cosa positiva perché le immagini arrivano in tutte le case. E i bambini ci guardano».