Ranieri secondo il primo anno. Nessuno c’è mai riuscito con noi

10/02/2010 alle 09:59.

IL ROMANISTA (M. IZZI) - Certamente, oggi che Claudio Ranieri sta regalando alla Roma una concretezza mai vista dalle parti del Colosseo, il più felice dei suoi risultati, sarebbe il suo primo e insuperato maestro, Nils Liedholm, che con quel suo indistruttibile accento svedese gli avrebbe sussurrato:



Dal 1927 ad oggi, infatti, i tecnici a cui è stata affidata la prima squadra non sono mai riusciti, nel loro primo anno, ad andare oltre il terzo posto (piazza conquistata da Janos Baar nel 31/32). L’impresa, in realtà è stata centrata da Spalletti nel corso del campionato 2005/06, ma il verdetto, dopo il responso del campo, dovette attendere le sentenze della giustizia sportiva che declasseranno d’ufficio la all’ultimo posto in classifica, penalizzando Milan e di 30 punti. Ranieri, dunque, insegue un’affermazione di assoluto prestigio, un traguardo così difficile che in passato né Schaffer, né Bernardini, né Liedholm, né tanto meno Capello, (vale a dire il gota dei nostri tecnici, capaci nelle proprie carriere di conquistare complessivamente 10 titoli italiani) sono riusciti lontanamente ad abbordare. L’attuale Mister, per lo più, nella sua prima stagione, come capitato a Schaffer e Liedholm, ha rilevato la squadra in corsa.



Settant’anni or sono, Alfred Schaffer, pluridecorato tecnico campione d’Italia 1941/42, subentrò a Guido Ara nell’ultima giornata del torneo 39/40, non potendo evitare di certificare il settimo posto finale. Nella stagione successiva 1940/41, la sua Roma faticò in maniera terribile per sottrarsi alla palude funesta della lotta per non retrocedere. Basterà solo far presente come Amadei e compagni terminarono il girone d’andata al penultimo posto a pari merito con Lazio e Triestina, subendo un disastroso 4-1, proprio contro gli alabardati, diretti rivali nello scontro salvezza. La Roma concluderà quell’annata a 29 punti, due in più del Novara che scendeva nella serie cadetta.

Non meno faticoso sarà il battesimo del fuoco per Nils Liedholm. Il Barone arrivava nella Roma in cui Claudio Ranieri militava da calciatore, subito dopo la sconfitta contro il Foggia del 25 novembre 1973, quando Manlio Scopigno si rese conto dell’impossibilità di proseguire nella sua opera e rassegnò le dimissioni. Il “filosofo” lasciava una squadra che vegetava ad un punto dal gruppo delle tre squadre ultime in classifica. Liedholm, per giunta, nelle prime due gare della sua gestione raggranello due sconfitte, contro il e nel derby. L’ottavo posto finale venne a fin dei conti salutato come una manna dal cielo e fu la premessa ideale al meraviglioso terzo posto della stagione successiva. Nel valutare i risultati di Ranieri si potrebbe obiettare che il tecnico romano ha a disposizione una rosa con una qualità che i suoi predecessori non potevano vantare, avendo in rosa quattro campioni del Mondo in carica e svariati nazionali.



Il discorso non fa una grinza soprattutto per il caso di che nel 49/50, oltre ad un paio di reduci dello scudetto del ’42, e al quartetto Pesaola, Venturi, Maestrelli, Trerè, aveva ben poche frecce al suo arco. Fulvio, finì per essere esonerato a tre giornate dalla fine del campionato, quando la squadra si trovava al terzultimo posto a pari merito con il Bari e con un punto di vantaggio sul Novara (due squadre con cui la Roma avrebbe dovuto confrontarsi).

Se Bernardini non aveva un organico per puntare alla vetta, non lo stesso si può dire per Fabio Capello. L’uomo che aveva guidato il Milan degli Invincibili, uccidendo letteralmente il torneo, arrivato nella Capitale ebbe a disposizione, sin da subito, un trio offensivo che rispondeva ai nomi di Delvecchio, Montella, . In rosa c’erano inoltre Cafu, Candela e Aldair, assieme a Tommasi e Zago. Nonostante questo, Don Fabio chiuse la sua prima passerella nell’urbe con un melanconico sesto posto a quota 54 punti (Zeman che era stato esonerato, nell’annata precedente aveva raccolto gli stessi punti, centrando però il quinto posto.

Il Boemo aveva inoltre disputato i quarti di finale di Coppa UEFA, mentre il tecnico del terzo scudetto si era fermato agli ottavi). Giustamente Ranieri ha più volte dichiarato di non essere interessato ai record, di puntare alla concretezza. Ci limitiamo dunque a segnalare quello che è un rilievo di carattere storico ben consapevoli che il difficile arriva proprio adesso. Alla guida tecnica della Roma ci  permettiamo però di segnalare altri possibili traguardi. Nella storia del Club solo dieci tecnici hanno avuto la bravura e la fortuna di vincere un trofeo (Nell’ordine: Garbutt, Schaffer, Carniglia, Lorenzo, Herrera, Liedholm, Eriksson, Ottavio Bianchi, Capello e Spalletti), di questi, però, ben sei lo hanno fatto al primo colpo (mentre gli altri, fatta eccezione per Eriksson che ci andò molto vicino, hanno vinto lo scudetto) …. hai visto mai sia di buon auspicio?