GASPORT (A. CATAPANO) - Vizi antichi tornati dattualità, inquietanti conferme, profonda amarezza. La Roma saluta lEuropa a febbraio, come lanno scorso. Ma il paragone temporale è lunico che regge: perché, dodici mesi fa, la squadra di Spalletti frequentava la Champions e agli ottavi, dove arrivò da prima della classe, ebbe la sfortuna di imbattersi nellArsenal (che prevalse solo ai calci di rigore). Oggi come allora, una rimonta solo
Generosa Tra i vizi riproposti ieri sera, la mancanza di lucidità con cui la squadra ha continuato ad accelerare dopo il gol di Riise. «Paghiamo un eccesso di generosità spiega Ranieri : volevamo chiudere subito la gara e invece dovevamo aspettare. Stavolta, abbiamo sbagliato lettura e ci è mancata la solita compattezza». Tra le conferme inquietanti, i sette minuti di follia alla fine del primo tempo: un altro inspiegabile blackout dopo quello di Atene. «Tra andata e ritorno, ci siamo giocati la qualificazione in dieci minuti. Ma questi momenti di follia non mi preoccupano, non diventeranno una tendenza», assicura lallenatore.
«Abbiamo ancora il campionato», dice con un sussulto dorgoglio Riise. Tra i pericoli futuri, però, che la squadra accusi le fatiche della rimonta. Anche qui, Ranieri ribatte: «No, non mi aspetto flessioni. Mi auguro di recuperare presto gli assenti, questo sì».
Ma Napoli arriva troppo presto per tutti, anche per Pizarro. «Spero almeno con il Milan».
Spietata Tre tiri, tre gol (e due pali a qualificazione ottenuta). Il Panathinaikos non perdona: ad Atene aveva interrotto limbattibilità della Roma, ieri sera lha sbattuta fuori dallEuropa. Il tecnico Nioplias gongola: «Sbagliava chi diceva che avremmo pensato solo al campionato, abbiamo meritato questa qualificazione, la Roma era favorita, noi la abbiamo affrontata senza timori. È un risultato straordinario, ora pensiamo allo scudetto, siamo in testa». Loro possono ancora sognare.