Ranieri: "Il pubblico ci ha soffiato dietro"

22/02/2010 alle 08:57.

IL ROMANISTA - «Non sono De Coubertin» si lascia sfuggire Claudio Ranieri quando la conferenza stampa è quasi alla fine. Ha parlato ancora una volta di “curvone”, e di conti che si faranno “solo quando saremo sul rettilineo”. Ma a chi gli chiede se la corsa sia di trotto o di galoppo, risponde: «Non mi intendo di ippica. Basta che arriviamo primi». E circa quel “primi”, aggiunge: «Non mi è sfuggito, né è un lapsus». Più chiaro di così! Eppure, come tante altre volte, il tecnico era stato fino ad allora estremamente prudente.

«Campionato riaperto? Onestamente no – aveva detto. – Stiamo facendo un super lavoro e siamo contenti per questo. Ma adesso c’è il ritorno di Coppa Uefa (la chiama proprio così, ndr), dove ci teniamo ad andare avanti. Lì, in 60 mila si sono fatti sentire. Mi piacerebbe che anche giovedì lo stadio fosse pieno e la gente ci soffiasse dietro, come ha fatto oggi. Dopo 50 anni sarebbe bello riportare a casa una coppa europea. E poi, c’è la Coppa Italia. Insomma, tanta carne al fuoco. E noi non vogliamo che si bruci». Analisi chiara anche sulla partita appena vinta: «Dovevamo stare molto accorti, soprattutto dopo la gara di Atene. Ma la voglia di rialzarsi subito c’è stata e di questo sono felice. Voglio anche far notare come nessuno si sia accorto che giovedì abbiamo giocato e venerdì eravamo ancora ad Atene…». Un episodio significativo di oggi è l’abbraccio tra Vucinic e a fine gara. «L’uno rimproverava all’altro di non essere scattato per un suo assist. Ma ci sta. La tensione era tanta».



La prestazione di Doni? «Il ragazzo ha fatto bene. In Grecia si era assunto colpe sue, o che perlomeno lo erano in minima parte. Abbiamo preso due gol su palla inattiva, con dieci suoi compagni a fare le belle statuine. Lo stesso Burdisso ha ammesso le proprie responsabilità. E poi, tutti i portieri fanno delle papere. L’importante è che uno non ne faccia più di tante». A chi gli chiede della differenza tra Roma ed Inter, risponde: «Sta in quella rabbia agonistica che loro hanno messo anche ieri sera (sabato, ndr). Perché se c’è una squadra che avrebbe meritato di vincere era quella di Mourinho, anche in nove contro undici. Tagliavento? Non ha sbagliato nulla. Tutti i giornali gli hanno dato 7-7,5. Ha fatto una grossissima partita e bisogna fargli i complimenti».

Passa quindi in rassegna i propri giocatori, Ranieri. «Pizarro? Un giocatore imprescindibile per questa squadra. Meglio perderlo per una partita che più a lungo. Mexes? Non aveva dormito, ma il campionato è lungo e avrò bisogno anche di lui». Capitolo Menez. «Ho parlato con il ragazzo prima di Atene. Si sta applicando e di questo sono contento». E Cerci? «Alessio è stato perfetto. Ha attaccato e coperto. Sono molto soddisfatto della sua prestazione». Quanto a Julio Baptista, che si è fatto carico di non far giocare gli avversari negli ultimi minuti, «E’ bravo nel possesso palla – dice il tecnico – L'ha presa lui e non l'ha data più a nessuno».