
LA STAMPA - Da ripudiato, quando mancavano due giri dalla fine, Claudio Ranieri sè trasformato in un rimpianto, o comunque in un tecnico da ammirare, almeno per una fetta di gente bianconera: «Mi arrivano molte lettere e messaggi di tifosi juventini, altri mi fermano per ringraziarmi, e non può che farmi piacere». Prodigio per aver portato la Roma lassù, subito dietro lInter («di un altro pianeta»), con la Juve laggiù. Sei mesi pazzeschi, passando dai petardi dentro Trigoria a venti partite senza sconfitte, come Fabio Capello. Del record, dice che non gli importa, piuttosto vuol camminare in Europa League, domani sera, ad Atene.
Claudio Ranieri, più bravo lei o i giocatori?
«I giocatori, senza dubbio, sono loro il pezzo importante».
Non esageriamo: qualcosina conterà pure il tecnico.
«Conta il feeling che hai con la squadra, e la fiducia che ottieni. E poi, come sempre, un pizzico di fortuna».
Striscia da imbattuto come Capello: ci pensa al record?
«Mai, davvero. Penso a domani sera, ad Atene. Per andare avanti in Europa League».
Non era una coppetta?
«Chiamarla così sarebbe un errore. E gli italiani dovrebbero imparare ad essere un po meno snob. Basta dare unocchiata alla lista delle squadre: è una Coppa Uefa? E poi dobbiamo andare avanti, noi italiane, per il bene del nostro calcio».
Se la giocherà senza Totti.
«Ha un virus che sta girando: stavolta è toccato a Francesco».
A Firenze il virus fu lei, e a volte lo fu per Del Piero: come si fa a tenere fuori il capitano?
«Prima di tutto viene la squadra, e lo dico sempre nello spogliatoio. So che i giocatori non si leverebbero mai, ma per questo esiste lallenatore».
Domenica sera è andato a cena fuori come aveva promesso?
(sorride) «Sì. Avevo già preso un impegno».
Mourinho se lè presa con la Juve.
«Cè un Mourinho mediatico e uno da spogliatoio: e devessere bravo, perché non ho mai sentito un giocatore parlar male di lui».
Mourinho o Bettega?
«Per carità, non ci entro».
A lei Mou diede del settantenne.
(sorriso). «Deve stare attento, perché stanno venendo i capelli bianchi anche a lui».
Quanti favori arbitrali arrivano stando sulla panchina della Juve?
«Non cambia nulla. Gli arbitri fanno errori, come tutti gli uomini, in un senso o nellaltro».
Del Piero sleale, dice Preziosi.
«E sbaglia: lo conosco e lho allenato. Forse, però, quella caduta lha un po accentuata».
La Juve è ancora unavversaria per la Champions?
«Certo. Si riprenderà».
Tocca a Zaccheroni.
«Ha fatto la gavetta, come me. Non capisco perché uno così bravo fosse fuori da tanto».
Juve più forte delle sue?
«Decide il feeling che si crea: e forse questanno non sera formato. Ma non vorrei parlare di cose che non conosco».
Juve-Roma 1-2: ha dimostrato il suo valore?
«Mi arrivano lettere e messaggi di tifosi juventini, cè chi mi ferma per la strada: magari si sono ricreduti anche altri».
Ribery, Diego, Xabi Alonso, Poulsen: dove iniziò il divorzio?
«Non voglio fare polemiche, davvero. E vorrei fosse scritto chiaro. Tutti i giocatori che sono arrivati o che andarono via dalla Juve lo fecero con lunanimità di consensi. Se poi alcuni giornali se la presero con me perché ero lunico uomo di calcio, va benissimo».
Una foto che sè tenuto di quei due anni?
«Tante. La prima stagione, sorprendente, e la seconda, quando trovammo la compattezza in mezzo alla tempesta. E le vittorie contro il Real Madrid, a Torino e al Bernabeu».
Un giocatore da portarsi ovunque?
«Lasciando stare Gigi (Buffon, ndr), che è un fenomeno, dico Chiellini: anche per il carattere».
Una delusione?
«Da Chiellini. Pensavo mi telefonasse, dopo lesonero: lo fecero tanti suoi compagni, non lui. Forse era troppo deluso, lui è uno che ci tiene».
Scudetto è una parola messa al bando?
«Sì, non ne parliamo mai, neppure nello spogliatoio».
Disse che per vincere alla lotteria bisogna comunque comprare il biglietto.
«Vero. Però lInter è di un altro pianeta. Noi non dobbiamo sbagliare nulla, loro quasi tutto».
Inter prima, Roma seconda: dica le altre due.
«Mi basta così».