Quando Taddei incantò Atene

18/02/2010 alle 09:55.

CORSPORT (P. TORRI) - L’aurelio e un gol partita. Tutto qui ad Atene, sponda Olym­piacos, Champions League, girone elimi­natorio, diciotto otto­bre 2006. Protagonisti Rodrigo Taddei e Si­mone Perrotta. Due dei sette giallorossi che andarono in cam­po quel giorno (in più c’era Vucinic in pan­china). L’aurelio diventò aurelio pubblico quella sera qui ad Atene, un drib­bling che bisogna vederlo per pro­vare a capirlo, una magia tutta bra­siliana, Taddei lo faceva spesso in allenamento, Aurelio Andreazzoli, uno dei vice di Spalletti, lo sfidava da tempo a farlo in una partita vera, Rodrigo gli rispose con quella gio­cata che solo uno stin­co di un avversario non trasformò in un gol da copertina di qualsiasi trasmissione di calcio. Che ce lo vo­glia riproporre qui al­l’ombra del



Del resto, il Taddei di oggi è il Taddei di allora, recupe­rato al cento per cento, uomo ovun­que del centrocampo romanista, lo puoi mettere ovunque, destra, sini­stra, trequartista centrale, lui ri­sponde con quantità e qualità, sem­pre riconosciuta la quantità, un po’ meno la qualità che pure in quel­l’aurelio ha il suo marchio di fabbri­ca.

«L’importante non è fare le gio­, quello che conta è vincere le partite e noi vogliamo provare a vin­cere pure qui» dice con un filo di vo­ce il brasiliano che tutto sembra meno che turbato dal fatto che il prossimo trenta giugno gli scadrà il contratto con la Roma.

Il giocatore, a proposito, ha già parlato con il direttore sportivo Da­niele Pradè, la dottoressa Rosella Sensi gli ha dato pubbliche garan­zie, ma si sa come funzionano certe, finché non c’è la firma, non si mai stare tranquilli fino in fondo, pur sa­pendo che ci sono diverse squadre italiane (in primis la ) che all’inventore dell’aurelio già hanno dato ampie garanzie che non rimar­rà disoccupato. L’incontro con la Roma per il nuovo contratto dovreb­be esserci all’inizio della prossima settimana, chissà che non si possa risolvere tutto in quattro e quattro otto, magari puntando pure sugli ot­timi rapporti con il procuratore del giocatore, Alessandro Lucci.



Non ha invece problemi di con­tratto imminenti Simone Perrotta (il suo è in scadenza a giugno 2011) che, qui ad Atene, nello stadio del­l’Olimpiacos ha realizzato uno dei suoi più importanti gol europei, di­scesa di Rosi sulla destra (sì, il Ro­si che ora è a Siena), cross basso, so­lita incursione perrottiana conclusa con gol, gioco, partita e incontro, tre punti che di fatto vollero dire la qualificazione per gli ottavi di fina­le. Sabato scorso, all’Olimpico, Ra­nieri ha concesso un turno di riposo al centrocampista campione del mondo, complice anche il mal di schiena che, poi, nei giorni successivi, si è trasformato pure in torcicollo, dolore che ieri sera gli ha fat­to capire che non po­trà essere della parti­ta.

«Ho qualche problemino, sento un leggero fastidio alla schiena, in passato sono andato in campo an­che in condizioni peggiori» spiegava ieri Perrotta prima di arrendersi, lui che d’altronde non è mai stato uno che si è tirato indietro. Dopo aver risolto i problemi fisici con il fisioterapista Gigi Novello, è torna­to a giocare su livelli eccellenti, ri­proponendo anche la sua candidatura per il prossimo Mondiale dove pagherebbe di tasca sua per esserci a difendere quel titolo vinto in Germania, unico giocatore della rosa lippiana ad anda­re in campo in tutte e sette le partite di quella trionfale ca­valcata. Oggi dovrà rimanere a guardare, ma sa bene che tornerà utilissimo, come è stato finora, a Ra­nieri e alla Roma.