Napoli-Roma, c’eravamo tanto amati

28/02/2010 alle 08:59.

GASPORT (A. CATAPANO) - Forse l’inciviltà più grande, anche delle coltellate, sta in questa frase: «Voi siete napoletani». E, quindi, «brutti, sporchi, puzzolenti, colerosi, terremotati». Non è sfottò, è razzismo. Comegli ululati aBalotelli e gli insulti nordisti aTotti eDe Rossi. La cosa più triste è che un’appartenenza geografica sia diventata un insulto da scambiarsi reciprocamente: i laziali lo dicono ai romanisti da sempre, i romanisti da quando si sono scrollati di dosso il gemellaggio. Per molti tifosi, un’onta da cancellare. Comunque da non riproporre: se ne resero conto i giornalisti de Il Romanista nel 2007, quando proposero di ripristinare l’antico gemellaggio. Dai lettori arrivarono molti più messaggi di protesta che di apprezzamento. E perfino l’appello di Spalletti, sempre alla vigilia di quel Roma-Napoli, a «lasciare i coltelli in cucina», non trovò consenso unanime.

Guerre e divieti In questa storia da c’eravamo tanto amati le date sono importanti. Una, in particolare, perché sancisce la rottura del rapporto: il 25 ottobre 1987 la Roma di Liedholm e il di Maradona si affrontano all’Olimpico alla 6ª giornata. Come da tradizione, ai tifosi del viene concesso tutto il settore Nord. Dovrebbe essere una festa, anche questo un derby del sole. La Roma si trova in vantaggio di un gol (Pruzzo) e due uomini, espulsi Careca e Renica. La partita si incattivisce (sette ammoniti), gli animi si surriscaldano anche sugli spalti. Il pareggio del (Francini) è un colpo al cuore dei romanisti. Alla fine la frustrazione si trasforma in rabbia, colpa di Bagni, che prima di imboccare il tunnel (allora sotto la Sud) manda a quel paese i tifosi dellaRoma con il classico gesto dell’ombrello. La leggenda narra che quel gesto, e gli incidenti che seguirono, purtroppo sancirono la fine del gemellaggio e la nascita di una rivalità che col passare degli anni e altre date da ricordare (per esempio il 10 giugno 2001, quando ai romanisti vennero tesi agguati in tutta ), è diventata guerra. Di insulti, biglie, lame, bastoni. Fino all’ultima era, quella delle restrizioni e dei divieti. Contenti voi.