Milan e Roma ringraziano Josè. Mancini era molto meglio di lui

23/02/2010 alle 10:00.

LIBERO (F. PERUGINI) - Un occhio a un passato lontano dieci anni e uno ai prossimi trenta giorni. Così vive il Milan la vigilia del recupero con la Fiorentina che potrebbe portare i rossoneri a soli quattro punti di distacco dalla capolista. Marzo è un mese strano, “pazzo” dice la saggezza popolare. Proprio lo stesso aggettivo con cui i tifosi nerazzurri descrivono la loro squadra, reduce da tre pareggi consecutivi. I nerazzurri hanno davanti un mese di fuoco in cui, oltre agli impegni di Champions League, affronteranno avvarsari temibili come Genoa e Palermo prima del big match con la Roma all’Olimpico il 28 marzo.

L’Inter è in testa praticamente da 139 partite (unico mezzo passo falso, il pari col Bari nella prima giornata di questo campionato. Ma nel dopoCalciopoli, dopo 25 giornate l’Inter non aveva mai avuto così pochi punti (55, lo scorso anno erano 59) e si era sempre trovata con un vantaggio più rassicurante del +5 odierno sulla Roma. Roberto Mancini aveva fatto meglio del portoghese: nel 2007 (l’anno del record) a questo punto della stagione aveva 66 punti. Nel 2008, invece, il Mancio si era “fermato” a 61.



In questo girone di ritorno poi, i nerazzurri hanno vinto solo due dei sei incontri giocati. La partita del Franchi di domani diventa così un appuntamento da non sbagliare per gli uomini di Leonardo che con i tre punti potrebbero tornare al secondo posto, conundistacco dai cugini inferiore a quello con cui si presentarono al derby. Per questo i rossoneri ieri sono tornati subito al lavoro e contro i viola l’unico cambio dovrebbe essere il ritorno di Favalli sulla fascia sinistra in attesa di riabbracciare Zambrotta già domenica contro l’Atalanta. «Non so se il campionato è riaperto, certamente cinque punti non sono tantissimi - ha detto ieri l’ad milanista Adriano Galliani -, se ilcampionato dovesse riaprirsi sarebbe interessante per tutti, sia per i media sia per i tifosi».

Il sogno in casa Milan è quello di rivivere una rimonta come quella del 1998/99. Nell’anno del miracolo di Alberto Zaccheroni, impegnato oggi in ben altre imprese, alla sesta giornata di ritorno il Diavolo aveva cinque punti di distacco dalla Lazio (48 a 43) ed era preceduto in classifica anche da e Parma. Undici giornate dopo (la Serie A contava ancora diciotto squadre) i rossoneri vinsero lo scudetto a Perugia.

Quel 23 maggio segnarono Guglielminpietro e Bierhoff, ma il giocatore più decisivo in quella stagione fu proprio Leonardo, autore di 12 reti in 27 presenze. Il brasiliano sa come gestire una situazione simile e può contare ancora anche su due compagni in quella corsa, Massimo Ambrosini e Christian Abbiati. Il capitano domenica sera è stato il primo ad abbracciare il compagno dopo il rigore parato al barese Barreto. Una prodezza che ha sancito il definitivo sorpasso su Dida da parte del milanese, che proprio nel 1999 esplose soffiando il posto a Sebastiano Rossi.

Pianifica la rimonta anche la Roma, regina del girone di ritorno con 18 punti su 18 conquistati. Nel cuore di giocatori e tifosi capitolini c’è la speranza di completare la rimonta sui nerazzurri fallita due stagioni fa a mezz’ora dal termine del campionato grazie alle prodezze di Zlatan Ibrahimovic a Parma. Ranieri vuole insomma far meglio di Spalletti e spera - come Leonardo - di imitare Marcello Lippi. L’allenatore che vinse lo scudetto il 5 maggio del 2002.