IL ROMANISTA (G. DOTTO) - Tutti davanti al camino, la Siberia nelle mutande, le catene ai piedi, a chiederci col naso allinsù: la neve a Trigoria che segno è? Il sovrannaturale si sta forse occupando di noi? Siamo fatti così. Nei tracciati del tifoso onanista, cresciuto allOlimpico interrogando febbrilmente la Madonnina di Monte Mario, cè anche linterpretazione dei segni oltre che quella dei sogni
A cinque mesi dal suo arrivo non proprio eccitante a Trigoria (Scordatevi il bel gioco), Claudio Ranieri ha già vinto un bel po di sfide. La prima, conquistando la fiducia dei giocatori, soprattutto quella degli spallettiani più nostalgici. Perrotta, Taddei, Vucinic, lo stesso De Rossi, per capirci. La seconda, non meno strategica, quella con i tribuni mediatici della capitale. Sarebbe istruttivo recuperare oggi e montarle in una sorta di colonna infame, parole e frasi di scherno spese nei suoi confronti. Ranieri ci ha zittiti, tutti. Sfoggiando sempre una misura impressionante nel calibrare toni e scelte. La sua decisione, tra il primo e il secondo tempo di Firenze, ci ha persuasi definitivamente.
Ci vuole grande personalità per detronizzare, sia pure per quarantacinque minuti, uno come Totti. Ranieri lo ha fatto, senza umiliarlo. Una scelta la sua che chiunque avrebbe fatto nel resto del mondo, ma che nessuno avrebbe fatto a Roma. "Il Romanista" non mente. La partita di stasera è la più importante della stagione. Arrivare a -6 dallInter, a poche ore dalla molto rognosa trasferta di Napoli, sarebbe oro zecchino. E poi, vuoi mettere mandare la gomma americana di traverso a Delio Rossi? Piuttosto, qualche anima pia lo avvisi. Le fontane di Roma sono tutte ghiacciate.