Ma l’Olimpico è da Champions

26/02/2010 alle 10:04.

CORSPORT (P. TORRI) - Era cominciata come una festa totale, festa di passioni, emo­zioni, colori, cori. E’ finita con sei­mila, settemila, ottomila, insomma tanti, colorati di biancoverde a can­tare il loro Pana. In un Olimpico che già alla fine del primo tempo aveva capito che l’Europa di quest’anno era arrivata prima del previsto al capolinea. Ep­pure la Roma giallorossa aveva risposto all’appello quasi fos­se una serata da Champions, mai vi­sto un Olimpico così nelle prece­denti gare di Europa League. Oltre cinquantacinquemila spettatori pa­ganti, qualche migliaio arrivato dal­la Grecia, in un clima che ci piace­rebbe ritrovare più spesso, favorito dai buonissimi rapporti tra le due tifoserie, ratificato la settimana



Neppure la Roma, probabilmente, si aspettava un Olimpico così. Nei giorni scorsi, da pià parti, si erano ripetuti gli appelli a presentarsi al­lo stadio. Il popolo romanista ha ri­sposto come sa fare, grazie anche alla scelta di prezzi tenuti volonta­riamente bassi, i ragazzi sotto i 14 anni gratis in tutti i settori (i posti comunque erano limitati, sono an­dati esauriti), peccato davvero che abbia dovuto vivere una serata così amara e che, dopo quello che si era visto nei novanta mi­nuti della gara di Ate­ne, nessuno poteva immaginare.



E’ stato un Olimpico da guardare, vivere, respirare quello del lungo prepartita che ha visto le due tifose­rie scambiarsi reci­proci cori d’amicizia, emozioni for­ti in entrambe le curve, il tutto rovi­nato da qualche bombone di cui avremmo fatto volentieri a meno. E con e Toni in tribuna, seduti uno vicino all’altro, in attesa di ve­derli in campo insieme, cosa che per un motivo o l’altro finora i tifo­si giallorossi non sono riusciti anco­ra a vedere, dovranno probabilmen­te aspettare ancora un po’. E visto come è andata ieri sera, la Roma di questi due ha un bisogno vitale.



Sembrava davvero ci fossero tut­ti presupposti per una di quelle se­rata da ricordare, la , al momento dell’ingresso in campo delle due squadre, ha regalato an­che una bella coreografia, cartonci­ni gialli e rossi a formare la scritta Spqr, mentre dall’altra parte la ma­rea biancoverde rispondeva con i suoi colori in un’atmosfera che tut­to dovrebbe essere meno l’eccezio­ne che conferma la regola. C’è sta­to pure il boato delle serate migliori quan­do Riise con un sinistro che si è sentito il ru­more in tribu­na, ha portato in vantaggio la Roma, illuden­do che la situazione fosse stata ri­stabilita come era stata sino a sei minuti dal termine ad Atene.

E in­vece sei- sette minuti d’assenza, se non di puro autolesionismo, con un Cisè devastante di fronte al suo vec­chio amico Mexes, hanno poi incen­diato l’altra curva che ha comincia­to a cantare e non ha più finito. Con la Curva della Roma capace in ogni caso di stare al fianco della sua Ro­ma, come fa una Curva vera anche in una serata in cui finisce inaspet­tatamente una favola, gridando for­za Roma alè che è stato una bellez­za, come quegli applausi alla curva del Pana in festa.