La rabbia di Ranieri

19/02/2010 alle 08:31.

IL TEMPO (M. DE SANTIS) - Atene sembra un po' Cagliari. Le somiglianze, oltre al mare, sono parecchie: un corto circuito improvviso sul più bello, otto minuti di straordinaria follia (contro i quattro del Sant'Elia), due gol incassati in un battito di ciglia e una partita già vinta buttata alle ortiche. Venti partite dopo l'ultima volta, il 28 ottobre a Udine, il Panathinaikos fa riscoprire alla Roma il gusto amaro della sconfitta. E nel peggior modo possibile.

«Abbiamo avuto un black out», è la prima analisi di Claudio Ranieri. I numeri del piccolo disastro ateniese: ultimi otto minuti da incubo, due dei tre gol «presi da palle inattive, dove solitamente la Roma è ferrata. Non siamo stati attenti - continua il tecnico - abbiamo aspettato troppo, non siamo riusciti a chiudere la partita e siamo calati tantissimo nel secondo tempo». La qualificazione, per fortuna, resta ancora a portata di mano: «Ci siamo addormentati, ma fuori casa il Panathinaikos renderà sicuramente di meno. La situazione non è irrimediabile, ce la giocheremo all'Olimpico».

Ma l'amarezza per i tre schiaffi del Panathinaikos è ancora troppo fresca per essere accantonata: «Il rammarico è grandissimo, nel primo tempo avevamo fatto bene e concesso pochissimo. La gestione della gara fino all'1-1 era stata buona. Non abbiamo sferrato il colpo decisivo e abbiamo avuto dei cali di concentrazioni incredibili. Il cambio di Vucinic? Volevo far riposare Mirko per il Catania e schierare la squadra con un ». La partita, molto probabilmente, è girata con l'uscita di Julio Sergio. Doni non ha brillato, ma Ranieri lo difende a spada tratta: «L'entrata a freddo, la gara in notturna e le traiettorie particolari del tipo di pallone adottato in Europa League non lo hanno aiutato. Parlerò con lui e gli dirò che adesso potrà dimostrare tutto il suo valore». I pensieri sulla caccia all'Inter non hanno influito nel capitombolo di ieri: «Non siamo sciocchi. Sappiamo perfettamente che l'Europa League è una delle nostre priorità, nonché un obiettivo più a portata di mano del campionato».

Ultimo pensierino sul futuro e su un'infermeria che potrebbe svuotarsi a breve: «Non so ancora quando tornerà Toni, dipende da come andranno gli allenamenti. Per , invece, dipende da come si riprenderà dall'influenza. L'ha presa anche Tonetto qui ad Atene, abbiamo provveduto subito a metterlo in quarantena». Filosofico il pensiero di Taddei: «Questo è il calcio. Dovevamo avere maggiore concentrazione e cattiveria per chiudere una partita che avevamo in mano. Non si può mai abbassare la guardia, ma ormai quello che è successo appartiene solo al passato. La nostra testa è già rivolta al Catania e alla gara di ritorno». Baptista crede ancora fortemente nel passaggio del turno: «Siamo partiti bene e abbiamo finito male. Le disattenzioni si pagano, ma ci basta fare un gol per andare agli ottavi. Io non sono continuo perchè devo giocare di più: ho bisogno di prendere il ritmo partita e recuperare la condizione». Julio Sergio racconta l' attimo dell'infortunio: «Ho sentito una fitta all'adduttore della coscia destra, spero che non sia una cosa grave». Una speranza che dovrà essere confermata dagli accertamenti di oggi.