Julio stile derby

12/02/2010 alle 09:17.

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Non c’è due senza tre, si dice. Il tre è arrivato: Roma-Palermo, giornata numero 24 del campionato di serie A. Due, le presenze da titolare di Julio Cesar Clemente Baptista, contro il Siena due settimane fa e a Cagliari lo scorso sei gennaio. Poche, pochissime. La casella dei gol: zero. Ancora peggio. Il brasiliano dallo sguardo dolce (chissà perché lo hanno soprannominato la Bestia?) e dai modi gentili, è da tutti dato in crescita, fisica e psicologica. Quindi c’è da stare tranquilli in vista della sfida col Palermo di Delio Rossi, ex tecnico della Lazio, punito nel derby di andata del passato campionato proprio da Julio. Lì lì per essere scaricato, all’Inter sia in estate sia nell’ultimo mercato a gennaio..

Le sue presenze da titolare, come detto, sono solo due, in totale quattordici. Minuti complessivi, 382, cioè una mezzoretta scarsa a partita. Una miseria. J.Baptista è sempre quello degli ultimi minuti. Sempre subentrato, una volta (a Siena, prima di Ranieri) addirittura subentrato e poi sostituito (una volta è uscito anche quanto è partito titolare). Come fece Capello con Ba molti anni fa, una scena passata alla storia. Il trequartista-ala-attaccante brasiliano di solito entra in media dopo il sessantacinquesimo, quasi mai prima. Quattro volte, dopo l’ottantesimo, con Chievo, Sampdoria, e Parma. Una volta addirittura dopo il novantesimo, tanto per fare presenza: a Udine, ultima sconfitta della Roma in campionato.

Fu la mossa della disperazione di Ranieri, che però non servì a nulla. A Firenze, quasi un record: J.Baptista ha giocato tutto il secondo tempo. Faceva uno strano effetto vedere nei tabellini quel “dal 1’st”. Ma non solo: ha giocato anche discretamente bene, ha dato il suo contributo alla causa, ha partecipato attivamente alla vittoria. Non apatico, non inconcludente, un J.Baptista ritrovato, s’è detto. Uno che ha tenuto bassa la difesa dei viola e ha fornito a Vucinic un assist coi fiocchi.

Ora che mancheranno Toni, che non c’è più Okaka, che non sta bene e che Menez è desaparecido, non può che toccare a lui. Si avvicina il mondiale e la sensibilità di un possibile (probabile) nazionale della Seleçao comincia a farsi sentire.

Lo spera Ranieri, ovvio. E tutti i tifosi della Roma, che non vedono l’ora di rivedere il graffio della Bestia, fin ora più simile a un micetto impaurito. Lo scorso anno, invece, Julio il suo contributo in termini di gol lo ha fornito: nove in campionato, su ventisette presenze. La rete più importante quella nel derby, l’ultima il 25 aprile scorso contro la al Franchi, 4-1, il gol dell’onore. Tra l’altro la sue prima rete in serie A, con la maglia della Roma, l’ha segnata proprio contro il Palermo, seconda giornata dello scorso campionato: rete del vantaggio del brasiliano, poi la Roma sconfitta per tre a uno.

Un anno e mezzo dal primo gol, dieci mesi dall’ultimo. E’ ora di svegliarsi. Domani ( permettendo...) farà coppia con Vucinic. Una coppia che non è una coppia. Vucinic, secondo Ranieri, non è propriamente un centravanti; Baptista non è un esterno. Ma il primo farà la punta, il secondo l’esterno. Ma la Roma non vuole fermarsi a queste quisquiglie tattiche, serve continuare a vincere e per farlo il tecnico ha bisogno di gente motivata, che abbia voglia di sbranare l’avversario. E lui è che è una Bestia, saprà farlo. Anche se - visti i tempi - potrebbe essere sufficiente un graffietto.