GASPORT (M. CECCHINI) - Lambiente giallorosso pare stanco dei suoi brasiliani eccellenti. «Juan, Doni e Baptista pensano solo al Brasile», urlava letere locale Tre mesi e mezzo dopo, è lora del trionfo, perché sulla rimonta il marchio di Juan è inconfondibile. E lui ce lo racconta così.
Juan, che cosa è cambiato?
«Prima eravamo più o meno tutti infortunati e queste critiche ci amareggiavano. Comunque ho sempre avuto la coscienza tranquilla. Certo, la Nazionale è importante. A chi gioca dà fiducia, per il club è un valore, senza contare che nel Brasile siamo così in tanti che, se rinunci, ci metti un attimo a perdere il posto».
E lei che pareva infortunarsi sempre, ora è fra i top.
«Devo ringraziare lo staff per avermi consentito di curarmi con il fisioterapista Luigi Novello (titolare della Fisiotonik, in Calabria, ndr). Ha scoperto che avevo un problema posturale e me lha risolto. Poi sono cambiati anche gli allenamenti. Con Spalletti si facevano più partitelle, lui ti chiedeva di più a livello di contrasti e cera rischio di farsi male, ma correvamo tanto come adesso».
Per questo vi vedono tutti ormai come lanti-Inter...
«Abbiamo bisogno di un mese per capirlo. LInter è fortissima, Mourinho è un grande allenatore, ma tutti hanno i loro punti deboli. Occhio, però, dobbiamo continuare a vincere, anche perché dietro ci sono Milan e Napoli».
Dove pensa che lInter possa perdere punti da qui allo scontro diretto?
«Difficile dirlo. Certo, le partite contro Sampdoria, Genoa e Palermo non sono semplici, maanche noi dobbiamo giocare contro Milan e Napoli, perciò guai a distrarsi».
Se però dovesse dire due elementi per essere ottimista riguardo alla rimonta?
«Avere lo scontro diretto in casa e sapere che finora non abbiamo mai potuto giocare al completo è un vantaggio. Ad esempio, se cera Toni aveva problemi Totti e viceversa. Presto potremmo avere più alternative. Forse la Roma migliore ancora non si è vista».
A Roma si parla spesso di arbitri: che ne dice?
«Io nemmeno li conosco. Sbagliano come tutti e dappertutto. Nessuna paura».
Favorevole allespulsione per bestemmie?
«È esagerato. Non è bello, ma uno a volte non si rende conto neppure di quello che dice. È vero però che in Italia cè la cultura della bestemmia».
Sa che Roma-Inter sarà anche, dopo le polemiche, la partita di Balotelli?
«Bisogna distinguere certi insulti razzisti dalle contestazioni. Sono andato a cena con lui ed è un bravo ragazzo. In certi atteggiamenti può sembrare arrogante, ma solo perché è giovane».
Sorpreso dalle contestazioni al club che continuano?
«Sì, cè una squadra forte, sta facendo bene. Capisco allinizio, ai tempi delle bombe carta, ma ora... Paura? No, al Flamengo ho visto di peggio».