Il ritorno della Bestia: l’attacco è tutto suo

11/02/2010 alle 09:48.

GASPORT - Bestia, mostro, alieno, poi oggetto misterioso. Rivisto volteggiare sull’Olimpico con la sua ingombrante navicella, dell’ufo Baptista si è data in questi ultimi tempi un’immagine distorta, tanto feroce da sconfinare nella caricatura. Ci ha messo del suo, ovvio: la crudeltà degli umani lo ha ferito, senza scuoterlo. L’orgoglio è arrivato più in là, solo al colmo della sopportazione. «Adesso vi faccio vedere io chi sono...», e Baptista si è rimesso in moto, ancora goffo. A Firenze l’ha buttata in caciara, cercando di disorientare gli avversari, finendo per fare comunque qualcosa di buono.

Metamorfosi Cos’è oggi Baptista? Una «bestia» ancora un po’ spelacchiata, ma in piena trasformazione. L’ultimo atto della sua metamorfosi vuole ribaltare il triste epilogo di quella kafkiana: se non apparirà mai come una creatura gentile, il «mostro» almeno intende essere reintegrato nella società, non definitivamente espulso. Con il protagonista di Kafka, Gregor, Julio condivide lo stato di quasi totale abbandono in cui ha versato fino a qualche giorno fa. Quasi, perché l’allenatore ha cercato di sostenerlo, una parola gentile ogni tanto, una dichiarazione amica ai giornalisti, la preghiera di aspettare pazientemente il suomomento. In attesa della trasformazione: che Baptista da mostro tornasse Bestia capace di ruggire e azzannare le difese avversarie.

Responsabilità Ecco, volente o nolente, in grado o no, quel momento tanto atteso è arrivato: sabato la Bestia sarà data in pasto al Palermo già dal primo minuto. Non è una novità. Nel 2010 Ranieri gli ha regalato tre maglie da titolare: a Cagliari, con la Triestina in coppa, contro il Siena. Il fatto nuovo sta nella responsabilità con cui dovrà affrontare il Palermo: quella di essere l’unico attaccante sano a disposizione di Ranieri. Toni ancora da riabilitare, sempre da curare, Vucinic a targhe alterne (come starà sabato?), Menez (ma non è un attaccante) in permesso. Il solo Baptista garantisce presenza fissa.

Sponsor Un mostro di chili e, spera Ranieri, di gol. Fin qui, uno in coppa Italia, zero in campionato. Ma è ancora in grado? Con un po’ di ottimismo, dunque, si può ipotizzare che Baptista dopo il primo ruggito tornerà a spaventare gli avversari. Se giocherà come a Firenze — seconda punta di movimento con Vucinic più avanzato —, gli sarà più facile: è il suo ruolo, quello che ricopriva a Siviglia, che resta la sua migliore esperienza europea. A gennaio, Mourinho gli ha fatto una corte spietata, gli serviva un vice Sneijder. E Dunga continua a convocarlo nella Seleçao, per la sua duttilità. Non proprio due sprovveduti. Se ci credono anche loro, perché continuare a guardare Baptista come un alieno?