Fenomeno Vucinic. La risalita Roma passa tutta da lui

23/02/2010 alle 08:48.

GASPORT - «Non si sa più dove stiamo antanto su questa Tera », diceva Quelo, personaggio cult di Corrado Guzzanti. Allora, c’era grossa crisi. Oggi, la situazione è molto più grave. Tanto vale continuare a riderci su. Quelo direbbe che nemmeno il calcio italiano sa più dove stia antanto. Insulti, cazzotti, stangate. E infinite polemiche. Dove arriveremo? Se lo chiedono anche i tifosi della Roma, ma senza farsi venire l’esaurimento nervoso. Sono oltre, loro. La rimonta? Li sfiora appena. Lo scudetto? Robetta.

Sono già nel futuro, quando il grande sogno dell’azionariato popolare diventerà una splendida realtà. « I have a dream— dice l’ideatore Walter Campanile, che ieri ha presentato il suo progetto—: aiutare la Roma in modo democratico». Non chiarisce oltre in cosa consista, se lo scopo sia solo creare un’altra associazione di tifosi romanisti oppure partecipare al capitale sociale del club, o addirittura un giorno diven arne proprietari. Insomma, dove volete arrivare? «Non lo sappiamo, siamo appena partiti, pensiamo solo ai 90’ successivi».

Tutti in curva. Giusto, prendete esempio dalla squadra: il basso profilo paga più delle fanfare. Anche l’ambiente è maturato. Perfino ieri mattina Roma sembrava una à quasi normale. Più intenti a discutere dell’arbitraggio di Tagliavento che a comporre tabelle scudetto, i romanisti stanno tutti affrontando la curva, come Ranieri. «Ci vuole equilibrio». Ma sognare si può, anche di giorno. I numeri lo consentono: sette vittorie consecutive, otto punti recuperati all’Inter in sei giornate, prima squadra del 2010. E ancora: sette punti in più del 2009, solo una vittoria in meno dell’Inter. Di questo passo, Ranieri riuscirà ad annullare lo svantaggio accumulato da Spalletti. Già ora, viaggia sui livelli di Mourinho: 2,17 la media punti contro i 2,20 del portoghese. Tutti uguali, meno uno

Numeri e uomini. In attesa di applicare la democrazia partecipativa anche alla società, la squadra ha già eguali diritti e doveri. «Siamo tutti importanti», possono dire i calciatori della Roma. È la rivoluzione di Ranieri: mettere sullo stesso piano e Faty. «Ranieri sa capire i suoi calciatori», ha detto Montali. Ha capito anche uno che con Spalletti passava per grande incompreso. Mirko Vucinic il talento ce l’aveva pure prima, aveva solo bisogno di uno che lo stimolasse. Spalletti lo prendeva un po’ troppo di petto (una volta tentò di rifilargli una testata dopo una sconfitta), Ranieri usa modi civili e tocca le corde giuste. Così, ne beneficia la Roma. Vucinic ha segnato cinque reti in questo campionato, ma tutte pesanti: da solo il montenegrino ha portato nove punti in dote. Senza Toni (rientrante) e (preoccupante), con Menez (deprimente) e Baptista (intermittente), Vucinic è l’unico cui aggrapparsi. Ora lo fanno tutti, anche i suoi detrattori. Quelli che lo fischiavano perfino quando segnava. Ma dove volevano arrivare?