CORSPORT (R. MAIDA) - Si vince anche prima di giocare, con la testa. La tribù si è riunita in mezzo al campo e alluomo vestito di nero ha trasmesso coraggio e fiducia incondizionata. Doni Marangon, percepito lavallo del gruppo, si è sentito più leggero.
GRUPPO - La Roma si è compattata intorno al portiere in difficoltà, lui ha corso veloce verso la porta. Che il destino di una monetina aveva deciso fosse subito sotto la Curva Sud. I tifosi si sono comportati come la squadra, accogliendo lappello di Ranieri a sostenerlo: tantissimi applausi, solo qualche sussurro di fischi. E poi è cominciata Roma- Catania, la partita perfetta per dimenticare la sbronza di Atene: lunica volta che Doni è stato chiamato in causa, compiendo una specie di prodigio, Maxi Lopez era in fuorigioco. Ma luomo in nero ci ha messo del suo, scherzando con i piedi brasiliani: a un certo punto ha dribblato un avversario a cinque metri dal patatrac, dimostrando una personalità che i portieri precari spesso non hanno. «Avevo stoppato male il pallone - spiega con il suo sorriso timido - ho dovuto per forza tentare questa giocata» .
PULIZIA - Se avesse sbagliato, forse non avrebbe mai più giocato nella Roma. Ma sono proprio questi momenti a fare la storia. «Per giocare in una squadra come questa continua Doni - bisogna essere sempre
pronti e tranquilli » . Un po di tensione cera, in verità: «La tensione cè sempre. Stavolta forse ce nera di più. Ma ho sempre sentito laffetto dei compagni, che in queste ore mi hanno fatto capire che mi vogliono bene. E lincitamento dei tifosi è stato molto piacevole. So come funziona il calcio: quando vinci prendi gli applausi, quando perdi arrivano i fischi. Ma si vince e si perde in undici. E stato sempre così, pure ad Atene» . Solo che dopo la partita contro il Panathinaikos ha dovuto incassare tante critiche. Doni scherza: «E vero. Anche mio figlio mi ha detto papà, hai preso tre gol. Per il resto, come dicevo, tutto fa parte del gioco. Io mi sono isolato, ho messo i tappi alle orecchie e ho ripreso a lavorare. Per fortuna contro il Catania è andato tutto bene, abbiamo vinto senza prendere gol » . E la prima volta che in questo campionato capita a lui, su sei partite, esclusi i pochi minuti giocati contro il Chievo in cui era stato espulso. Adesso può cambiare qualcosa? «Non lo so. Io sono felice di essere nella Roma e per ora rimango qui, a meno che non sia la società a mandarmi via» .
IL TITOLARE - In realtà le prospettive possono peggiorare da qui allestate, perché Julio Sergio sta per firmare il rinnovo del contratto e quindi ha ottime possibilità di restare il numero 1 della Roma. Intanto, il recupero del titolare procede bene.
«Non sento più dolore - conferma Julio Sergio - E difficile che possa giocare giovedì contro il Panathinaikos ma spero di essere in campo domenica a Napoli» . Magari Doni spera di no.