Doni: "Ho sbagliato solo ad uscire sul primo gol. Entrare a freddo è dura"

17/02/2010 alle 22:19.

CORSPORT (P. TORRI) - C’è un solo imputato. Non ci sono alternative, è Doni. Nel gioco al massacro che puntualmente germo­glia a Roma in occasione delle scon­fitte della squadra giallorossa, tocca, anzi ritocca a Doni, un gioco al mas­sacro dal quale,

Intendiamoci: Doni ha sbagliato, due dei tre gol incassati ad Atene non possono non vederlo nel ruolo di principale responsabile. Ma non ci dicono sempre che si vince e si per­de in undici?. Vale per tutti, non per Doni, almeno da queste parti. Il che vuol dire, con Julio Sergio che dovrà ri­manere fermo sette­dieci giorni, aggiun­gere un problema al problema. Che, ci sembra lapalissiano, in questo momento nella Roma è quello del . E non bisogna essere straordinari esperti di calcio per sapere che, quando il problema è il , il pedaggio da pagare può essere molto alto.

LA DIFESA - Doni, ieri mattina, al­l’aeroporto di Atene, ha cercato di minimizzare il difficile momento che sta attraversando: « In occasione del primo gol subito, non dovevo uscire, sarebbe stato meglio rimanere tra i pali, sugli altri due devo dire che francamente non mi sento responsa­bile. Io sono preoccupato di non gio­care, semmai mi dispiace di giocare a partita in corso. Non è stato facile entrare a freddo. Io resto a disposi­zione della Roma. Ora c’è la partita con il Catania, ho giocato per quattro anni da titolare, so cosa vuole dire prendersi le proprie responsabilità».

COLLOQUIO - Poche parole, ma che dicono parecchie cose. La prima è che a meno di clamorosi ripensa­menti, Doni non si presenterà mai da Ranieri per chiedergli di metterlo da parte e lasciare spazio a (in questo caso spazio ad Artur in pan­china). Contro il Catania giocherà ancora lui. La società gli ha ribadito piena fiducia. Lo ha fatto a caldo, su­bito dopo la gara contro il Panathi­naikos, con una approfondita chiac­chierata con i direttori Gian Paolo Montali e Bruno Conti. Glielo ha ribadito ieri anche Ra­nieri nel corso di un colloquio con il giocatore. E poi ancora la società, stessi protagonisti della notte di Ate­ne. Fiducia che c’è stata confermata dallo stesso Montali: «Doni è il no­stro . Lui resta un fuoriclasse e da fuoriclasse deve saper reagire. Non ha nessuna intenzione di tirarsi indietro. Abbiamo fidu­cia in lui, glielo abbia­mo detto. Ha le qualità per venire fuori da questa situazione. Una partita storta può ca­pitare a tutti, ricordan­do comunque sempre che se è vero che se si vince in undici, è al­trettanto vero che si perde sempre in undici» .

Problema risolto? Assolutamente no, la risposta la potrà dare solo il campo. Almeno per il presente. Per il futuro si vedrà. Anche se l’impres­sione, forte e chiara, è che a fine sta­gione le strade di Roma e Doni siano destinate a dividersi, nonostante un importante contratto che ha scaden­za il trenta giugno del 2013. L’im­pressione è forte e chiara perché c’è un problema di ambiente di non fa­cile, se non impossibile, soluzione. Ora, però, conta solo il campo. Il ct Dunga gli ha dato garanzie che an­drà al mondiale (i due si sono parla­ti qualche giorno fa al telefono), non sarebbe comunque perfetto andarci dopo essere tornato il Doni che la Roma giallorossa ha conosciuto nei primi tre anni?