Difesa blindata, muri abbattuti. C’è tutto Ranieri

23/02/2010 alle 09:27.

GASPORT - Aveva la difesa colabrodo, arrancava nella parte destra della classifica, perdeva e non piaceva. Cento giorni dopo, ha la quarta difesa del torneo — in compagnia di Lazio e Napoli —, è seconda, vince, piace, si diverte e, talvolta, diverte. Anche perché, vincere è il divertimento che non passerà mai di moda, nel calcio: i 4-3-3 o i 4-2-3-1 passano, mai successi restano.
La mano di Ranieri Ed è quello che ha in testa Ranieri, il lord inglese con l’accento romano e i natali a San Saba. Bella l’immagine del «curvone», della Roma ancora ametà dell’opera «e chissà che cosa ci riserverà il rettilineo», di questo tecnico che si sta rivelando una scoperta anche sul piano della comunicazione. C’è chi mima le manette e chi, invece, preferisce ..

La mano di Ranieri Ed è quello che ha in testa Ranieri, il lord inglese con l’accento romano e i natali a San Saba. Bella l’immagine del «curvone», della Roma ancora ametà dell’opera «e chissà che cosa ci riserverà il rettilineo», di questo tecnico che si sta rivelando una scoperta anche sul piano della comunicazione. C’è chi mima le manette e chi, invece, preferisce le battute, accompagnate da una risata. Una risata vi seppellirà, si urlava nel ’68, e Ranieri, che nel 1968 aveva 17 anni, spesso usa il sorriso per seppellire le polemiche. C’è molto di suo, in questa riscossa romanista. Le difesa che non becca più gol a catinelle, ad esempio. Si presentò e disse: «Dobbiamo chiudere la porta». Frase banale, manel calcio per arrivare lontano devi chiuderti.

Ranieri ha messo a posto la difesa dando fiducia a Julio Sergio, proteggendo il recupero di Juan — fondamentale, in questo caso, il lavoro di un fisioterapista di fiducia —, non facendo sconti alle svagatezze di Mexes, correggendo i movimenti di Riise, alternando nel modo giusto Cassetti e Motta.

Il gruppo Anche i movimenti e gli uomini degli altri reparti hanno contribuito a rivitalizzare la difesa. Nel calcio non si procede per compartimenti stagni: avanti popolo, tutti uniti. Il gruppo, il famoso gruppo, altra (ri)conquista di Ranieri. Spalletti aveva lasciato macerie. Aveva diviso il gruppo in buoni e cattivi. Aveva esiliato i giocatori che non gli servivano in un altro spogliatoio, roba da Medio Evo e da avviare un’azione per mobbing. Con Ranieri sono stati abbattuti i muri, sono tutti uguali, c’è gloria per tutti. E allora, con lo spirito giusto, ecco le sette vittorie di fila in campionato, i quattordici successi all’Olimpico, i punti risucchiati all’Inter, una squadra in lotta su tre fronti quando, ad inizio stagione, sembrava già fuori da tutto. Una Roma che ora coltiva il sogno e che fa suo un vecchio, inflazionato, ma splendido slogan di Che Guevara: «Hasta la victoria siempre».