
IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - Marco Delvecchio non aveva nessuna voglia di venire alla Roma. Lui, milanese purosangue cresciuto nelle file dellInter, si sentì tradito dallo scambio che la sua società attuò con Branca in quellautunno del 95 e a Roma scese con molta delusione a amarezza. Non sapeva, in quel momento, che gli si stavano aprendo le porte del Paradiso e di una nuova vita, che poi lavrebbe portato a non lasciare più la Capitale e a diventare uno dei pilastri della Roma del terzo scudetto. A volerlo fortemente in giallorosso fu Mazzone, ma le prime apparizioni delex interista in maglia giallorossa non furono proprio esaltanti. Poi, però, arrivò quella trasferta a Napoli del 17 dicembre ..
purosangue cresciuto nelle file dellInter, si sentì tradito dallo scambio che la sua società attuò con Branca in quellautunno del 95 e a Roma scese con molta delusione a amarezza. Non sapeva, in quel momento, che gli si stavano aprendo le porte del Paradiso e di una nuova vita, che poi lavrebbe portato a non lasciare più la
Capitale e a diventare uno dei pilastri della Roma del terzo scudetto. A volerlo fortemente in giallorosso fu Mazzone, ma le prime apparizioni delex interista in maglia giallorossa non furono proprio esaltanti. Poi, però, arrivò quella trasferta a Napoli del 17 dicembre 95 e tutto cambiò, anche se inizialmente Delvecchio partì dalla
panchina. La gara si mise subito bene per la Roma, che al 13 sbloccò lo 0-0 con Thern, un ex di lusso che a Roma ebbe molta sfortuna. Sull1-0 per i giallorossi, al 66, Mazzone decise di sostituire Balbo con il milanese e qualcuno storse il naso. Ma dopo appena quattro minuti proprio lui segnò il gol del 2-0 per andare a sfogare la sua gioia sotto al settore che ospitava i romanisti al seguito. Una gioia che, a dire il vero, fu irrefrenabile,
tanto che lo portò a togliersi la maglia e a rimediare unespulsione che fu quasi beffarda. Ma ormai il ghiaccio con Roma era rotto e da quel momento Delvecchio iniziò pian piano ad entrare nel cuore dei romanisti, spinto anche dai gol spesso segnati in due dei tre derby storici del tifo giallorosso e cioè quelli con Lazio e Napoli (peggio gli andò contro la Juve). Sempre nello stesso campionato 1995-96, infatti, agli azzurri riservò
la sua prima tripletta in giallorosso, segnata nella gara di ritorno.
Quella firmata da Thern e Delvecchio fu una delle sedici vittorie conquistate dalla Roma in casa del Napoli. Sedici perle che dicono quanto per lei sia sempre stata ostica e difficile la trasferta in terra partenopea. I napoletani, infatti, hanno sempre aspettato la partita contro i giallorossi come un vero derby e spesso sono rimasti a lungo imbattuti nelle gare interne contro la Roma. Uno di questi periodi durò la bellezza di undici
partite, in pratica tutte quelle degli anni 70 e finì con la vittoria per 3-1 del 10 ottobre 1982, arrivata in rimonta grazie alle reti di Iorio, Nela e Chierico dopo quella iniziale di Claudio Pellegrini.
La Roma di Liedholm e Falçao era in lotta per lo scudetto già da due stagioni e furono in molti, tra i sostenitori giallorossi al seguito e non, a pensare che se cadeva il tabù del S.Paolo significava che quella era la stagione giusta per vincerlo.
Andò proprio così. La retorica giornalistica ha sempre definito Roma-Napoli come il derby del sud, un soprannome dovuto al fatto che queste due squadre erano le uniche del resto dItalia ad avere la forza di contrastare il predominio delle formazioni nordiste. Essendo poi quasi coetanee (il Napoli è stato fondato nel 1926, la Roma nel 1927) il loro primo incontro in terra campana risale alla 23° giornata del campionato 1929-30. A quei tempi il S.Paolo non era stato neppure progettato e lo stadio del Napoli era il Collana del Vomero.
La partita venne giocata il 13-4-1930 e finì 1-1, con vantaggio giallorosso siglato da Bernardini e pareggio azzurro di Vojak, uno dei più grandi cannonieri della storia del Napoli. A quel pari seguirono due sconfitte
della Roma e così i giallorossi dovettero attendere la quarta trasferta in Campania per conquistare la loro prima vittoria a Napoli, il 2-1 del 18 dicembre 1932, firmato dai gol di Eusebio e Volk. Oggi il bilancio della sfida in casa degli azzurri parla di 16 vittorie della Roma, 19 pareggi e 27 successi degli azzurri, lultimo
dei quali risale all11 maggio 1997 (1-0 con gol di Caccia).
Lultimo pareggio, invece, è stato il 2-2 del 10 giugno 2001, penultima giornata del campionato che avrebbe poi laureato la Roma Campione dItalia per la terza volta e fatto ridiscendere il Napoli in B. Una giornata, quella, che passò alla storia anche per il maxi schermo piazzato dal Comune di Roma a S.Giovanni. Una soluzione che non porta mai bene ai colori giallorossi.
Per finire ci sembra giusto ricordare un altro Napoli-Roma che è diventato una delle pietre miliari della storia giallorossa. Quello del 16 dicembre 1984 nel quale Falçao giocò la sua ultima partita in maglia giallorossa prima che loperazione al ginocchio mettesse fine alla sua carriera italiana. Quel giorno, nonostante larticolazione gli desse già fastidio, il brasiliano volle ugualmente scendere in campo e, anche grazie ad un suo gol, la Roma conquistò una bella vittoria per 2-1. Storie, fatti, personaggi di una partita che nellimmaginario collettivo popolare e non ha sempre suscitato un grande interesse anche tra le altre
tifoserie e tra gli spettatori neutrali, comunque alla ricerca di spettacolo ed emozioni forti. Le stesse alle quali ha dato storicamente vita questa sfide tra le regine del centro-sud.