IL TEMPO (A. AUSTINI) - Greci in festa, i tifosi romanisti applaudono comunque, ma in campo c'è tensione. Ninis chiede la mano a Vucinic che gliela nega e i due iniziano a litigare. «Mi ha detto figlio di puttana - racconta il romanista - la mano non gliel'ho data perché mi giravano le scatole». Ha aspettato Ninis sulle scalette, «volevo picchiarlo» ha detto il montenegrino. Per fortuna l'hanno
Anche il tecnico dei greci Nioplias minimizza. «Vucinic era più arrabbiato di Ninis perché aveva perso, ma non è successo niente». Una giornata che rovina il momento magico del montenegrino: aveva segnato tre gol in quattro partite e da poco aveva comunicato agli amici di aspettare un figlio insieme alla compagna Stefania. «Non abbiamo preso l'impegno sottogamba - spiega Vucinic - sono stati solo episodi sfortunati. Adesso pensiamo a vincere a Napoli».
L'analisi di De Rossi: «È brutto uscire così da una competizione che era alla nostra portata - dice il centrocampista - con questa splendida cornice di pubblico. Dispiace non aver potuto salutare i tifosi, ma il nervosismo a fine partita era troppo. Sul rigore l'ho toccato col ginocchio, ma lui è andato a terra da solo a palla già persa. Non siamo in crisi, come ha detto qualcuno. Il momento è positivo e dobbiamo concentrare tutte le nostre energie sul campionato».
L'amarezza di Brighi: «Eliminati da un avversario che non ci è stato superiore. Abbiamo sbagliato dopo il primo gol. Ora dobbiamo lasciarci alle spalle l'Europa League e pensare al campionato e alla coppa Italia».