
IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - In tutta la sua storia nelle coppe europee, la Roma si è trovata a giocare 19 partite da dentro o fuori allOlimpico come quella di oggi contro il Panathinaikos, al suo esordio in una gara ufficiale nellimpianto del Foro Italico, dove i giallorossi di Ranieri vincono da 14 partite consecutive. Il record di 16 successi interni di seguito è della Roma di Liedholm 1982-83, ormai a portata di tiro di quella attuale, che battendo oggi i greci e il 7 marzo il Milan la eguaglierebbe. Nelle 19 partite da dentro o fuori nelle coppe delle quali parlavamo prima, però, la Roma non è sempre andata a bersaglio, tanto che ha conquistato il passaggio del turno solo in 9 di queste, mentre nelle rimanenti 10 è stata eliminata. La prima che ci ricordiamo è ovviamente la famosa semifinale della Coppa dei Campioni 1983-84 contro il Dundee. In un Olimpico gremito la Roma ribaltò il 2-0 subito allandata battendo per 3-0 gli scozzesi. Protagonista assoluto Pruzzo, autore di una doppietta
ribaltò il 2-0 subito allandata battendo per 3-0 gli scozzesi. Protagonista assoluto Pruzzo, autore di una doppietta.
La seconda risale ai sedicesimi della Coppa Uefa 1975-76, avversari gli svedesi dellOester Vaxjoe, che allandata avevano vinto 1-0. Nel ritorno giocato allOlimpico il 5 novembre del 75 la Roma ribaltò il punteggio con le reti di Stefano Pellegrini e Loris Boni. Questultimo era un mediano dai baffi e capelli biondi che, stando a quanto raccontato a Il Tempo del 7-2-2010 dal proprietario della storica "Taverna Flavia" Mimmo Cavicchia, in quegli anni aveva perso la testa per lattrice Ava Gardner. Dopo tante insistenze riuscì finalmente a conoscerla, ovviamente nel celebre ristorante della Dolce Vita gestito da Cavicchia. Ma fatalità volle che poco
dopo il fatidico incontro si ruppe il ginocchio in un contrasto con Chinaglia nel derby e, credendo che a portargli sfortuna fosse stata proprio lattrice, non volle più incontrarla.
A proposito di quella gara con gli svedesi, poi, nella stessa intervista Cavicchia racconta dellarbitro maltese Bonnet, che la sera prima del match andò a cenare proprio alla Taverna Flavia insieme ai suoi segnalinee. Vicino a loro cera un tavolo di attrici e larbitro si invaghì di una di queste. A quel punto lo stesso Cavicchia e due dirigenti giallorossi gli promisero che gliela avrebbe fatta conoscere se la sera dopo la Roma avesse passato il turno. Sul 2-0 per la Roma, Bonnet fischiò la fine del match con molti minuti di anticipo e poi corse
alla Taverna Flavia per veder esaudita la promessa. Ma le attrici, ormai sparite, vennero, diciamo così, "rimpiazzate" da tre passeggiatrici di Via Veneto.
Un altro indimenticabile retourn-match vittorioso dellOlimpico fu quello con il Colonia nella Coppa Uefa 1982-83, nel quale la Sud espose il famoso striscione "Non passa lo straniero". All1-0 dei tedeschi nella gara di andata risposero Iorio e Falçao, che andò in rete ad una manciata di minuti dal 90 facendo esplodere di gioia lo
stadio. Sempre in Coppa Uefa, ma nell88-89, Voeller trascinò la Roma agli ottavi firmando il 2-0 sul Partizan Belgrado che le serviva per annullare il 4-2 subìto allandata, mentre nella Uefa 1990-91 allOlimpico i giallorossi si sbarazzarono del Valencia nei sedicesimi, battuto per 2-1 dopo l1-1 dellandata in Spagna e del Broendby in
semifinale, con un altro 2-1 firmato da Voeller in condominio con Rizzitelli quasi allo scadere. Allandata era finita 0-0. Broendby che la Roma eliminò con una bella rimonta casalinga anche nel match di ritorno degli ottavi della Coppa Uefa 1995-96, quando la rete del 3-1 di Carboni nei supplementari annullò il 2-1 subìto allandata.
Cè poi la sfida di Champions League 2002-03 con lAek Atene, lultima partita del primo turno a gironi che diventò importantissima per la classifica: se la Roma non lavesse persa sarebbe andata avanti, altrimenti sarebbe passato lAek. La sera del 12-11-2002 finì 1-1, con la Roma dominatrice del campo e in vantaggio
per 1-0 con gol di Delvecchio fino agli ultimi minuti di gioco, quando arrivò il pareggio dei greci. Ma a passare il turno furono comunque i giallorossi, che vennero poi eliminati in unaltra gara casalinga da dentro o fuori con lAjax terminata 1-1. Questa è la prima delle 10 partite-qualificazione fallite dalla Roma in Europa nel suo stadio.
La altre 9, che non ci piace ricordare anche per motivi strettamente scaramantici, furono quelle contro Bruges, Atletico Madrid, Bayern Monaco, Dinamo Dresda, Slavia Praga, Karlsruhe, Villarreal, Middlesbrough ed Arsenal (ah, maledetti rigori!). Le ultime due di quelle andate a buon fine, invece, furono la gara con i turchi del Gaziantepspor nei sedicesimi della Coppa Uefa 2003-04 (all1-0 subito in Turchia seguì il 2-0 firmato
da Emerson e Cassano il 3-3-2004 allOlimpico) e quella con il Basilea nel girone di qualificazione della Coppa Uefa 2005-06. Per andare avanti la Roma poteva vincere o pareggiare. Se avesse perso, invece, avrebbe rischiato leliminazione. Arrivò una rotonda vittoria per 3-1 con gol di Taddei, Nonda e Totti, che quella sera festeggiava la sua cinquantesima partita europea.