IL ROMANISTA (T. RICCARDI) - Bravo è bravo, su questo ci sono pochi dubbi. Un direttore sportivo che compra Felipe Melo per 7 milioni e, lestate dopo, lo rivende alla Juventus a 25 è uno che ci sa fare. Oppure, uno che ti vende Mutu per 19 milioni, ben sapendo che mesi dopo avrebbe avuto problemi con una causa milionaria da onorare, è un furbacchione, oltre che un abile dirigente. Mutu, però, la Fiorentina se lo è tenuto e lui, Pantaleo Corvino, ne ha dovuto prendere atto. Capita, è il calcio. «Mettere sul mercato Mutu era stata una mossa coraggiosa, ha raccontato il ds a Centro Suono Sport.
Mutu, però, la Fiorentina se lo è tenuto e lui, Pantaleo Corvino, ne ha dovuto prendere atto. Capita, è il calcio. «Mettere sul mercato Mutu era stata una mossa coraggiosa, ha raccontato il ds a Centro Suono Sport. Diciamo che nel calcio certi momenti vanno considerati sotto più aspetti, economici e tecnici seguendo lottica del momento. Cera lesigenza da parte del ragazzo di esaltare al massimo le sue richieste economiche, ci aveva chiesto ingaggio fuori dalla portata della Fiorentina, avevamo una richiesta da parte della Roma, una società che fa anche sacrifici, basti guardare gli acquisti di Vucinic, Baptista e Menez, e in quel momento ero riuscito a portare lofferta al massimo con 20 milioni di euro».
Era tutto fatto, poi Prandelli e i Della Valle hanno fatto il resto. Ma Corvino ci aveva preso. Così come caveva preso con Mirko Vucinic, scoperto bambino in Montenegro e portato al Lecce per pochi soldi. «Lho pagato 400 mila euro quando aveva 16 anni ricorda - poi il Lecce ci ha fatto una buona plusvalenza. Lo faccio perché la mia storia è questa, come lavoro sono stato anche responsabile del settore giovanile, credo che i talenti vadano tirati fuori dallinterno, come lavora la Roma che ha cresciuto campioni come Totti, De Rossi e Aquilani. E una bella soddisfazione».
La Roma, la stessa società che qualche mese fa lo ha cercato e che in futuro potrebbe tornare a cercarlo. Lui non chiude la porta. Anzi: «Devo dire, ancora Corvino, che la Roma ha un managementimportante che sta facendo cose importanti e che è giusto che le continui a fare. Sta facendo cose straordinarie, stiamo cercando di farlo anche noi, ma non è facile con un budget ristretto fare concorrenza alle squadre del Nord». E ancora: «Gioco a carte scoperte, se mi arriva una proposta io la valuto, se la Fiorentina non dovesse più credere in me, Roma è una città dove mi sentirei a mio agio». Più chiaro di così.