Corvino: «Io gioco a carte scoperte se la Roma dovesse chiamarmi verrei»

06/02/2010 alle 09:32.

IL ROMANISTA (T. RICCARDI) - Bravo è bravo, su questo ci sono pochi dubbi. Un direttore sportivo che compra Felipe Melo per 7 milioni e, l’estate dopo, lo rivende alla Juventus a 25 è uno che ci sa fare. Oppure, uno che ti vende Mutu per 19 milioni, ben sapendo che mesi dopo avrebbe avuto problemi con una causa milionaria da onorare, è un furbacchione, oltre che un abile dirigente. Mutu, però, la Fiorentina se lo è tenuto e lui, Pantaleo Corvino, ne ha dovuto prendere atto. Capita, è il calcio. «Mettere sul mercato Mutu era stata una mossa coraggiosa, ha raccontato il ds a Centro Suono Sport.

Mutu, però, la se lo è tenuto e lui, Pantaleo Corvino, ne ha dovuto prendere atto. Capita, è il calcio. «Mettere sul mercato Mutu era stata una mossa coraggiosa, ha raccontato il ds a Centro Suono Sport. Diciamo che nel calcio certi momenti vanno considerati sotto più aspetti, economici e tecnici seguendo l’ottica del momento. C’era l’esigenza da parte del ragazzo di esaltare al massimo le sue richieste economiche, ci aveva chiesto ingaggio fuori dalla portata della , avevamo una richiesta da parte della Roma, una società che fa anche sacrifici, basti guardare gli acquisti di Vucinic, Baptista e Menez, e in quel momento ero riuscito a portare l’offerta al massimo con 20 milioni di euro».

Era tutto fatto, poi Prandelli e i Della Valle hanno fatto il resto. Ma Corvino ci aveva preso. Così come c’aveva preso con Mirko Vucinic, scoperto bambino in Montenegro e portato al Lecce per pochi soldi. «L’ho pagato 400 mila euro quando aveva 16 anni – ricorda - poi il Lecce ci ha fatto una buona plusvalenza. Lo faccio perché la mia storia è questa, come lavoro sono stato anche responsabile del settore giovanile, credo che i talenti vadano tirati fuori dall’interno, come lavora la Roma che ha cresciuto campioni come , e Aquilani. E’ una bella soddisfazione».

La Roma, la stessa società che qualche mese fa lo ha cercato e che in futuro potrebbe tornare a cercarlo. Lui non chiude la porta. Anzi: «Devo dire, ancora Corvino, che la Roma ha un managementimportante che sta facendo cose importanti e che è giusto che le continui a fare. Sta facendo cose straordinarie, stiamo cercando di farlo anche noi, ma non è facile con un budget ristretto fare concorrenza alle squadre del Nord». E ancora: «Gioco a carte scoperte, se mi arriva una proposta io la valuto, se la non dovesse più credere in me, Roma è una à dove mi sentirei a mio agio». Più chiaro di così.