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IL MESSAGGERO - Chissà che tra qualche settimana non scopriremo che Daniele Conti ci ha fatto un grande favore in due tocchi. Un fallo su Cassetti e un gol improbabile in due minuti, a partita agonizzante, e Roma è tornata con i piedi per terra. Sui miracoli non possiamo contare: se manca il capitano si soffre e non è scontato vincere. Quando cè Totti il discorso cambia. E così dallinizio e dovrebbero averlo capito tutti. La conseguenza è che bisogna battersi alla pari con grinta e concentrazione contro qualsiasi avversario, perché non esiste una presunta superiorità acquisita.
Se ripensiamo agli ultimissimi giorni del 2009 e alla presentazione di Luca Toni, dobbiamo ammettere che uneuforia pazzesca aveva contagiato lambiente. Uno stato danimo pericolosissimo a Roma: quando dilaga, la trappola è sempre dietro langolo. Invece, con maggiore realismo, a Cagliari sono spuntate anche le colpe , oltre ai meriti. Di chi le colpe? Di tutti, ha detto Ranieri ed ha ragione se si riferisce al nervosismo tra il primo e il secondo gol. Ma per i dieci minuti finali, la croce è stata scagliata su Menez. Certo, più visibili i suoi errori che quelli dellincolpevole Toni, sul quale molti titoli giovedì ironizzavano. Però, è una versione reticente. Se vogliamo essere fraterni e franchi, Ranieri ha sbagliato i cambi. Forse, è stato lui il primo a pensare di avere ormai la gara in tasca. Niente di grave, però anche in questo caso ci vuole un bagno di umiltà. Cè un allenatore in panchina, umano e fallace, non un mago, come sembrava da qualche settimana. Torniamo a terra contro il Chievo, un avversario che vale pari pari il Cagliari, per dinamismo e tenacia. Le possibilità di vincere ci sono, ma nessuno ha diritto di pensare che sia facile. Perchè la corsa per un posto in Champions non sarà una passeggiata di salute. Con Totti (e Toni) la Roma può farcela. Ma con un impegno costante e senza sbruffonate.