Totti: "Le partite? Non le fermeranno mai"

12/01/2010 alle 18:12.

CORSERA - Chiuso per razzismo. «Sarebbe giusto», sospira Francesco Totti, ospite illustre a Fiumicino del raduno tra arbitri, allenatori e capitani. Giusto fermarsi e andare a casa di fronte agli odiosi buu da stadio. «Ma tanto non succederà mai», il pessimismo del romanista. Secondo Totti non è una questione di responsabilità, ma di volontà. Non conta che a decidere sia chiamato il questore o l’arbitro. Non succederà e basta. L’uscita di Roberto Maroni ha turbato Giancarlo Abete e messo in allarme Marcello Nicchi. Il ministro dell’Interno chiede la sospensione delle partite e che a farlo sia l’arbitro. La Federcalcio ribadisce, dopo averlo fatto con puntualità già domenica sera, che la normativa c’è e parla chiaro. Il presidente della Can non vuole che i suoi fischietti siano costretti a sostituirsi ai responsabili dell’ordine pubblico

«Ritengo che sull’argomento sia necessario essere cauti. I nostri arbitri sono già molto impegnati nel seguire lo sviluppo del gioco per rendersi bene conto di ciò che accade sugli spalti. Credo che la normativa vada bene così come è stata concepita». Nel 2000 dall’allora ministro Bianco e poi, successivamente, modificata e migliorata per fronteggiare l’emergenza razzismo. Abete, che domenica ha parlato della presa di posizione di Maroni sia con Nicchi che con il designatore Collina, non ci sta al gioco al massacro nei confronti della Federazione. «In Italia ci siamo mossi in anticipo rispetto alla normativa Uefa che è del 2009». In ogni caso neppure il regolamento internazionale, come ha sottolineato Collina, affida la responsabilità della sicurezza interamente all’arbitro. «Tengo a sottolineare come i nostri ragazzi, usando l’auricolare, abbiano in certi frangenti una capacità uditiva ridotta del cinquanta per cento», ricorda l’ex arbitro migliore del mondo. Maroni, dunque, finisce in fuorigioco.

Questione di opportunità. «Se un arbitro decide di sospendere una partita viene massacrato», confessa Angelo Palombo, capitano della Sampdoria. Anche Nicchi è sulla stessa frequenza d’onde: «A volte si critica un arbitro per un fallo laterale, figuriamoci cosa potrebbe succedere se sospende una partita per razzismo e poi si scopre che razzismo non è...». Niente scherzi, dunque. Ma attenzione, Federcalcio e Aia non intendono entrare in conflitto con il ministro. «Se ci verrà chiesto un contributo ci faremo trovare pronti», il pensiero di Nicchi. E Abete ricorda che l’obiettivo è comune: risolvere il problema razzismo.Mentre Sergio Campana, presidente dell’Aic, partendo dall’aggressione dei tifosi ai giocatori del Torino, lancia l’allarme sulla violenza. «I rapporti con le tifoserie sono diventati preoccupanti. Specie in Lega Pro c’è una specie di zona franca in cui può succedere di tutto: pullman fermati con tifosi che salgono e picchiano i giocatori, aggressioni sin dentro lo spogliatoio. Non si può andare avanti così e siamo pronti a gesti clamorosi». Come fermare i campionati. Campana ne parlerà con il direttivo dell’ Assocalciatori.