Totti ha cancellato pure Signori. Completata la demolizione laziale

29/01/2010 alle 09:01.

IL ROMANISTA (M. IZZI) - Con il 188esimo gol in serie A rifilato alla Juventus, Totti ha agganciato al settimo posto della classifica dei bomber di tutti i tempi Beppe Signori. Un aggancio di per sé già significativo, che però assume un valore simbolico se possibile ancora maggiore, perché sembra assestare l’ultima spallata alla progressiva demolizione fatta dalla Roma del periodo di supremazia cittadina imposto dalla Lazio negli anni 90. All’indomani della traumatica conclusione del ciclo Viola (anni in cui la Roma sopravanzò sistematicamente la Lazio), infatti, tra le stagioni 92/93 - 99/00, la Lazio ha sopravanzato la Roma in 7 occasioni sulle 8 disponibili. Nello stesso lasso di tempo si sono disputati 16 derby di campionato con 3 vittorie della Roma, 6 della Lazio e 7 pareggi.

All’indomani della traumatica conclusione del ciclo Viola (anni in cui la Roma sopravanzò sistematicamente la Lazio), infatti, tra le stagioni 92/93 - 99/00, la Lazio ha sopravanzato la Roma in 7 occasioni sulle 8 disponibili. Nello stesso lasso di tempo si sono disputati 16 derby di campionato con 3 vittorie della Roma, 6 della Lazio e 7 pareggi. In Coppa Italia i due incontri della stagione horribilis 97/98 si sono conclusi nel peggiore dei modi, mentre le due sfide amichevoli (Torneo Dino Viola e Memorial Calleri) hanno visto un’affermazione per parte. La mattanza è stata completata dalle affermazioni dei cugini (lo scudetto figlio del diluvio, la Coppa delle Coppe prontamente eliminata dall’UEFA non appena alzata al cielo da Nesta... e le altre “varie ed eventuali” che per puro spirito di partigianeria non abbiamo cuore di ricordare nel dettaglio), e dai 4 gol di Signori (tre in competizioni ufficiali e uno nel Torneo Dino Viola).

Di quella Lazio, Beppe Signori, (nonostante non ne abbia vissuto l’apogeo per una legge del contrappasso assolutamente immancabile della storia biancoceleste: “Semo nati pe’ soffrì... me so goduto mejo la rimonta der meno nove che lo scudetto”, ecc ecc….) è stato il simbolo indiscusso, ancora di più di Alessandro Nesta e di Pavel Nedved. Per la Lazio Signori ha rinunciato ad un faraonico passaggio al Parma negli anni d’oro del ciclo Tanzi, alla Lazio ha regalato imprese memorabili (ad esempio i 13 gol in 13 giornate consecutive), prima di venir velocemente ripudiato e altrettanto immediatamente rimpianto. A partire dal 2000, come era nella natura delle cose, il maleficio si spezza. Dopo quasi un decennio in cui Re Vega ha prevalso su Goldrake, in cui Bud Spencer ha preso sganassoni dai suoi avversari, in cui i Rolling Stones sono meglio dei Beatles e in cui Manuela Arcuri nelle foto è brutta... dopo un decennio, dicevamo, si torna alla normalità. Nelle ultime dieci stagioni (considerando il rilevamento sospeso alla fine del girone d’andata del torneo 09/10), la Lupa ha preceduto l’Aquila nove volte su dieci (la riserva apache dei laziali è la disastrata stagione 2002/03) e si è aggiudicata 8 stracittadine, 7 si sono concluse in parità e 4 sono andate ad appannaggio del club di Formello.

Le due sfide in Coppa Italia si sono entrambe risolte con il trionfo giallo-rosso. La Lazio si è sostanzialmente liquefatta, per quanto riguarda i piazzamenti in campionato, neanche negli anni trenta, legati alla straordinaria leggenda di Campo Testaccio, la supremazia romanista fu così schiacciante (8-2 lo score in quel decennio, mentre nei derby su 20 gare, i tifosi applaudirono 11 vittorie della Roma lasciando ai rivali 6 pareggi e 3 vittorie). Il dato oggettivo, dunque, è che mai nella storia il divario tra i due club è stato così accentuato e stabile. Tra i segreti della Roma non basta naturalmente annoverare l’avvento alla presidenza dell’immenso Lotito, ma anche la crescita inarrestabile di .

Se Beppe Signori è arrivato ad un passo dal titolo mondiale (e in quell’occasione ho fatto il tifo per lui e assieme a lui e agli altri azzurri della nazionale di Arrigo Sacchi ho trepidato), fermato dai calci di rigore, ha conquistato il titolo sempre grazie ai tiri dagli undici metri consegnandosi alla leggenda del calcio. Se il povero Signori è stato liquidato con tempismo assoluto l’anno precedente l’inizio del ciclo vincente della Lazio, è stato il capitano di tutte le vittorie degli anni 2000, alzando al cielo i trofei anche quando non era sceso in campo per infortunio. Parafrasando Raf, potremmo dire che degli anni 90 resterà soprattutto la furente reazione della Roma, anche per quanto riguarda i distacchi inflitti alla sezione calcio della Podistica più famosa della nostra regione. Nel 2006 per la Lazio arrivano 37 punti di ritardo, i sostenitori bianco-celesti obiettano che 30 sono un gentile omaggio del giudice sportivo e che giammai la Roma avrebbe potuto tanto senza l’aiuto della legge. Ed infatti, dopo aver fatto esultare la Curva Nord per il passivo di 13 punti del 2007, nel 2008 la Roma si arena a sole 36 lunghezze di vantaggio sui cugini, un vero arrivo al fotofinish.

L’ultimo atto della demolizione degli anni 90, come detto, l’aggancio a Beppe Signori. Dopo che per una vita i tifosi laziali si sono dedicati a spiegarci come Francesco non avrebbe vinto mai nulla (e la bacheca di Checco con una Coppa del mondo, uno scudetto, due coppe Italia, due supercoppe italiane, un titolo europeo under 21 è infatti desolatamente vuota...), duole constatare che Giuseppe Signori non ha avuto la gioia di nessun traguardo di prestigio. Promettiamo, alla 189esima rete di , prima di lasciarcelo definitivamente alle spalle, penseremo ancora a lui.