Totti: "Grande Roma mi fa sentire come nel 2001 dello scudetto"

25/01/2010 alle 08:55.

GASPORT - Ore 3.30 circa. È notte e il freddo morde. All’improvviso il calore. Intenso. Cinquecento tifosi fanno irruzione nella zona off limits dell’aeroporto di Fiumicino per abbracciare la Roma reduce dal trionfo di Torino. Cori per tutti, tanti per lui: il capitano. Francesco Totti conosce i meccanismi e sta al gioco, anche se nella sua testa rimbalzano le parole pronunciate solo un paio d’ore prima nel ventre dello stadio juventino. «Ora salgono tutti sul carro dei vincitori, prima su quel carro c’eravamo soltanto noi, ma sappiamo che Roma è così: va ad alti e bassi».

Sfatato il tabù del gol alla , ora c’è quello della .«Mi preparo a infrangerlo tra due settimane al Franchi». Be’, questa Roma può aiutarla «È una grande Roma. Mi ricorda quella dello scudetto 2001: ha la stessa mentalità. Manteniamo però i piedi per terra. Bisogna lavorare ancora molto per arrivare a quei livelli. Da Siena in poi è cambiata la nostra stagione. Abbiamo trovato la giusta mentalità, anche se abbiamo perso tre gare di fila (Milan, Livorno e Udinese, ndr). Ora andiamo passo dopo passo, ma possiamo arrivare lontano».

Che cosa ha pensato entrando a freddo, dopo aver fatto le terapie prima del match? «Faceva freddo e sinceramente ho temuto di farmi male. Se fosse accaduto avrei dovuto strappare il contratto e magari qualcuno sarebbe stato pure contento... Peccato per l’infortunio di Toni. Bisognerà aspettare per vedere il To-To».

Rosella Sensi dice che la rimonta è merito di Ranieri? «È un romano doc, un grande tecnico, un uomo che si fa capire nello spogliatoio. È carismatico, sa dove vuole arrivare. Poi parla la mia stessa lingua, il romanesco. Ecco, in questo mi ricorda Mazzone. Un Mazzone tecnicamente più evoluto, ma con la stessa "tigna"». gesto a fine gara (il dito sulle labbra, ndr)? Dalle gradinate mi hanno insultato per tutta la gara. Mica sono insulti solo quelli per Balotelli. Anche se sono bianco gli insulti li prendo pure io. Forse non si chiamerà razzismo, ma il senso è lo stesso».



Dei suoi compagni che dice?
«Juan è tornato ai suoi livelli: è impeccabile. E pensare che secondo qualcuno non era più un giocatore da Roma. Pizarro è una garanzia, un metronomo. Il suo lancio per Riise è stato un capolavoro. Riise è una forza della natura, basta guardarlo: gioca a maniche corte a certe temperature».

La curva juventina l’ha presa di mira parecchio? «I cori che mi hanno fatto sono stati tra i peggiori che abbia mai sentito. Mi hanno insultato per tutta la partita.

Calcisticamente parlando, com’è stato il suo rientro? «Ho ricevuto la mia solita razione di calci. Sissoko è un buon giocatore, ma un po’ troppo falloso».

Al rigore ha mai pensato di fare il cucchiaio? «A Buffon non lo farei mai. È un grande amico. È una forma di rispetto, non lo avevo neppure messo in preventivo. Gigi aveva capito l’angolo, ma per fortuna sono riuscito a batterlo».

Lo sa che avete messo nei guai ancor di più Ferrara? «Be’, all’andata vinsero loro e andò via Spalletti. Si vede che era destino».