Toni: "Io come Bati? No, più forte"

03/01/2010 alle 09:20.

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Luca Toni alla destra di Rosella Sensi, ieri mattina nella Sala Champions del “Fulvio Bernardini” a Trigoria. Camicia, cravatta e giacca ufficiali, sotto i jeans. Una (mezza) divisa improvvisata, figlia della voglia reciproca di anticipare i tempi, di calarsi il più in fretta possibile nella nuova realtà.

Clima di festa, sorrisi a volontà. «Appena c’è stata la possibilità Roma, non ho avuto dubbi e sono voluto subito venire qui. Sono nella squadra che ho sempre voluto da quando sono iniziati i problemi con il Bayern. Mi metto a disposizione di Ranieri per raggiungere traguardi prestigiosi», l’attacco del campione del mondo.

 

Toni, come sta di gambe e di testa?

«Sono molto carico, ho sei mesi per dimostrare di meritare la maglia della Roma. Cercherò di mettermi a disposizione e fare gol, ovviamente...».

 

Tatticamente si vede più prima punta o in tandem con ?

«Queste cose le decide il mister. Essendo un attaccante d’area ovviamente più gioco vicino alla porta e meglio è».

 

Lei è in prestito, ma ha già pensato ad un futuro diverso con la Roma?

«Io ho uno splendido rapporto con la dirigenza del Bayern, è anche merito loro se oggi mi trovo qui. Per quanto riguarda eventuali accordi futuri con la Roma, ho tempo fino alla fine della stagione per dimostrare di meritare questa maglia».

 

E’ in grado adesso di reggere i novanta minuti?

«Questo non lo so. L’ultima partita l’ho giocata a novembre, poi ho avuto problemi con l’allenatore e sono finito fuori rosa. In questo mese, però, mi sono allenato molto bene, ma, si sa, un conto è l’allenamento e uno è la partita. Ripeto, mi sono allenato bene e poi ovviamente parlerà il campo».

 

Da Milano, sponda Inter, dicono di temere parecchio la Roma di Toni.

«Fa piacere che alcuni giocatori dell’Inter con il mio passaggio alla Roma temano ancor di più questa squadra, però - come ho detto prima - la verità la dirà soltanto il campo. Io all’Inter? E’ vero che nell’ultimo mese, e il mio procuratore lo sa, c’erano tante squadre che mi volevano, però il mio unico desiderio era venire alla Roma. E ho fatto di tutto affinché si avverasse questo mio desiderio. Si è lavorato perché la situazione era complicata, ecco perché ringrazio i dirigenti del Bayern che hanno assecondato la mia voglia».

 

Quanto le ha fatto piacere il pressing di gente come , Perrotta e ?

«Tanto, è chiaro. Intorno a me ho sentito tanto affetto, da parte del presidente e del direttore e anche dai giocatori. E’ un mesetto e più che mi sento con Francesco, con Daniele, con Simone. Mi hanno detto tutti che qui c’è un ambiente fantastico: è normale che avendo vissuto insieme momenti fantastici in Nazionale, con loro ho un rapporto particolare».

 

Come è stato l’incontro con ?

«Francesco l’ho visto stamattina (ieri mattina, ndr), stava sul lettino... E gli ho chiesto “Cosa hai fatto?” e lui mi ha risposto «Adesso sei venuto a prendere le botte anche per me». Francesco è un ragazzo a cui piace scherzare e quindi abbiamo scherzato. La Nazionale? Ora penso alla Roma, la Nazionale viene dopo dato che può solo venire attraverso la Roma. Adesso il mio unico pensiero è fare bene qua, fare gol qua e soprattutto aiutare i miei compagni. Alla Nazionale ci penso e non ci penso, deve essere una conseguenza».

 

Toni, perché ha scelto proprio la Roma?

«Volevo la Roma perché mi piaceva l’idea di venire qua, giocare con Francesco ed altri campioni, mi piace la piazza e gli stimoli che dà. Avevo bisogno di queste cose, sono quelle sensazioni che appena ti dicono Roma, tu replichi “Si vado!”».

 

Qui a Roma hanno già paragonato Toni a Batistuta: le pesa, le dà fastidio, la preoccupa?

«Batistuta è stato un grande attaccante, si sa. Quando ero alla lui aveva fatto molto bene a Firenze quindi più volte mi hanno accostato a lui. Ma io a Firenze sono riuscito a battere il suo record di gol e quindi lì a Firenze gli sono passato davanti... Lui qui ha vinto lo scudetto ed ha fatto tanti gol, io qui devo ancora iniziare a giocare. L’importante è cominciare a giocare e a fare gol. Dopo si vedrà. Lui qui ha dimostrato di essere un grande campione, io devo ancora giocare la prima partita e segnare il primo gol».

Appuntamento a Cagliari, giorno della Befana, giorno di regali...