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IL TEMPO(A.AUSTINI) - Un delitto perfetto nella «sua» Torino: la Roma manda all'inferno la Juventus e la lascia cinque punti indietro. Ferrara piange e vede vicino il capolinea, il condottiero ..
È una partita bloccata, poco spettacolare: la Juve è impaurita, accusa l'assenza di un regista puro e diventa pericolosa solo sui palloni alti, la Roma può giocare su due risultati su tre e dà la sensazione di non voler affondare il coltello nella piaga. La manovra è fluida fino all'area bianconera, poi manca sempre la cattiveria a Vucinic e soci. Ci vuole una giocata casuale per accendere la gara. Arriva ad inizio ripresa: Juan «sporca» un pallone innocuo davanti all'area e serve un assist a Del Piero che ha tutto il tempo di prendere la mira e trafiggere al volo Julio Sergio, poco reattivo nella circostanza. È il primo (e bellissimo) gol stagionale per il capitano bianconero, il terzo consecutivo nelle partite casalinghe con i giallorossi, per la Roma è una beffa. E una punizione. Ma la reazione c'è. Veemente, da grande squadra. La Juve si rintana dietro e capitola su una iniziativa di Taddei che si procura un rigore sacrosanto (bravo Tagliavento) per fallo di Grosso. Totti prende il pallone e non si fa spaventare dall'amico Buffon, fino a quel momento inoperoso: è 1-1, capitano risponde a capitano dopo le «carezze» via internet della vigilia. Totti, al primo gol nella Torino bianconera, ne raggiunge un altro del passato, l'ex laziale Signori, a quota 188 gol in serie A. La Roma riprende coraggio, sfiora il sorpasso ma Vucinic è fermato per un fuorigioco «millimetrico», poi rischia tantissimo con un colpo di testa di Amauri che regala il pallone a Julio Sergio. Quindi l'episodio che mette alle corde la Juve: contropiede giallorosso rapidissimo, Riise si presenta da solo davanti a Buffon che deve uscire dall'area e stenderlo. Espulsione ineccepibile, esce Del Piero per far posto a Manninger. È ancora Riise a punire una Juventus alle corde: lancio di uno straordinario Pizarro e colpo di testa decisivo del norvegese che va ad esultare sotto il settore dei romanisti impazzito di gioria. L'Olimpico si svuota (la curva Scirea lo era dall'inizio), la Juve non c'è più, a Torino si sente solo «la società dei magnaccioni». E Ranieri canta e balla.