
IL ROMANISTA (D. PETROSELLI) - Stadio deserto ieri sera con la Triestina e poche migliaia di spettatori paganti con il Genoa domenica. Curve e distinti chiusi come in occasione del Golden gala di atletica. E magari in quelle occasioni cera anche qualche tifoso in più.
il Genoa domenica. Curve e distinti chiusi come in occasione del Golden gala di atletica. E magari in quelle occasioni cera anche qualche tifoso in più.
Sono lontani i tempi in cui anche un incontro del girone eliminatorio di Coppa Italia come Roma-Ascoli del 1979 faceva registrare 75mila paganti, con conseguente record dincasso.
Ma per la prima di ritorno con i rossoblù di Gasperini le colpe non sono da attribuire ai tifosi. I motivi per andare allo stadio stavolta ce ne sono, visto che potrebbe essere la prima della coppa Totti-Toni. Ma a fermare questo entusiasmo ecco la decisione del Casms, che ha ordinato la chiusura del settore ospiti e la conseguente vendita dei tagliandi nella sola regione Lazio (vendita presso i Roma store, i punti Lis Lottomatica e biglietteria del Gran Teatro, con prezzi che vanno dai 17 ai 95 euro).
Una decisione che penalizza i tanti tifosi giallorossi sparsi in giro per lItalia e che volevano venire allOlimpico per non perdersi la prima di To-To, ma pure gli stranieri che domenica vorrebbero (ma non possono) vedere
la Roma. È il caso di un tifoso israeliano che sul sito asromaultras.org ha chiesto informazioni su come avere i biglietti, per poi avere la triste notizia che non potrà portare il figlio di 10 anni allo stadio. Perché? Chiedere allo Stato.
E la cosa non è andata giù anche a Michele Barilari, presidente del Roma Club Perugia, che era pronto a venire con tanti altri tesserati allOlimpico: «Noi siamo profondamente arrabbiati per questo provvedimento. Ieri abbiamo contattato il presidente dellAirc per sapere della questione e ci sembra assurdo che noi Roma club non possiamo acquistare i biglietti. Giusto fare unordinanza per il Lazio, ma per i Roma club fuori regione si dovrebbe fare qualcosa. Non andiamo allo stadio per creare disordini». Già, e per questo motivo addio allidea di venire allOlimpico: «Eravamo pronti a partire con una decina di tesserati ma siamo stati costretti a rinunciare».
Gli fa eco Giuseppe Radatti, presidente dellAirc Firenze: «Se fosse per me gli stadi sarebbero sempre pieni. Però alcune volte fanno bene a prendere questi provvedimenti. Lo dico perché giro sempre in Italia e allestero
per seguire la Roma e vedo cosa succede. Però il provvedimento in sé rimane ingiusto perché si penalizzano tanti tifosi per colpa di quei cento/duecento elementi che creano disordine. Io ed altri tesserati abbiamo labbonamento e domenica saremo allo stadio, ma altri di noi hanno dovuto rinunciare. Preferiscono andare in trasferta a Torino domenica prossima».
Insomma, colpire tutti per educarne cento. Ma serve a qualcosa?: «Si dovrebbero limitare queste teste calde, isolarle. Anche perché per colpa loro la società ogni domenica è costretta a pagare migliaia di euro di multa.
Ma forse non cè la voglia e il coraggio. Siamo contro la violenza ma non si può rovinare tutto per poche persone. Così non si risolve nulla». E forse non ha tutti i torti.