Stadio deserto al freddo e al gelo. E domenica sarà vietato pure ai turisti

13/01/2010 alle 09:06.

IL ROMANISTA (D. PETROSELLI) - Stadio deserto ieri sera con la Triestina e poche migliaia di spettatori paganti con il Genoa domenica. Curve e distinti chiusi come in occasione del Golden gala di atletica. E magari in quelle occasioni c’era anche qualche tifoso in più.

il domenica. Curve e distinti chiusi come in occasione del Golden gala di atletica. E magari in quelle occasioni c’era anche qualche tifoso in più.

Sono lontani i tempi in cui anche un incontro del girone eliminatorio di Coppa Italia come Roma-Ascoli del 1979 faceva registrare 75mila paganti, con conseguente record d’incasso.

Ma per la prima di ritorno con i rossoblù di Gasperini le colpe non sono da attribuire ai tifosi. I motivi per andare allo stadio stavolta ce ne sono, visto che potrebbe essere la prima della coppa -Toni. Ma a fermare questo entusiasmo ecco la decisione del Casms, che ha ordinato la chiusura del settore ospiti e la conseguente vendita dei tagliandi nella sola regione Lazio (vendita presso i Roma store, i punti Lis Lottomatica e biglietteria del Gran Teatro, con prezzi che vanno dai 17 ai 95 euro).



Una decisione che penalizza i tanti tifosi giallorossi sparsi in giro per l’Italia e che volevano venire all’Olimpico per non perdersi la prima di “To-To”, ma pure gli stranieri che domenica vorrebbero (ma non possono) vedere

la Roma. È il caso di un tifoso israeliano che sul sito asromaultras.org ha chiesto informazioni su come avere i biglietti, per poi avere la triste notizia che non potrà portare il figlio di 10 anni allo stadio. Perché? Chiedere allo Stato.

E la cosa non è andata giù anche a Michele Barilari, presidente del Roma Club Perugia, che era pronto a venire con tanti altri tesserati all’Olimpico: «Noi siamo profondamente arrabbiati per questo provvedimento. Ieri abbiamo contattato il presidente dell’Airc per sapere della questione e ci sembra assurdo che noi Roma club non possiamo acquistare i biglietti. Giusto fare un’ordinanza per il Lazio, ma per i Roma club fuori regione si dovrebbe fare qualcosa. Non andiamo allo stadio per creare disordini». Già, e per questo motivo addio all’idea di venire all’Olimpico: «Eravamo pronti a partire con una decina di tesserati ma siamo stati costretti a rinunciare».

Gli fa eco Giuseppe Radatti, presidente dell’Airc Firenze: «Se fosse per me gli stadi sarebbero sempre pieni. Però alcune volte fanno bene a prendere questi provvedimenti. Lo dico perché giro sempre in Italia e all’estero

per seguire la Roma e vedo cosa succede. Però il provvedimento in sé rimane ingiusto perché si penalizzano tanti tifosi per colpa di quei cento/duecento elementi che creano disordine. Io ed altri tesserati abbiamo l’abbonamento e domenica saremo allo stadio, ma altri di noi hanno dovuto rinunciare. Preferiscono andare in trasferta a Torino domenica prossima
».

Insomma, colpire tutti per educarne cento. Ma serve a qualcosa?: «Si dovrebbero limitare queste teste calde, isolarle. Anche perché per colpa loro la società ogni domenica è costretta a pagare migliaia di euro di multa.

Ma forse non c’è la voglia e il coraggio. Siamo contro la violenza ma non si può rovinare tutto per poche persone. Così non si risolve nulla
». E forse non ha tutti i torti.