CORSPORT (P. TORRI) - Cinque mesi dopo, dal Genoa al Genoa, tutta unaltra Roma. E arrivato a Trigoria a inizio settembre. La Juve aveva appena passeggiato allOlimpico sulla Roma spallettiana che fu, zero punti in classifica, la vecchia signora a punteggio pieno. Gli avessero detto, allepoca, che un girone dopo si sarebbe presentato allOlimpico di Torino davanti alla sua vecchia squadra che lo aveva trattato come peggio non si poteva, Claudio Ranieri probabilmente avrebbe chiamato i carabinieri. E, invece, eccola qua la sua Roma, una risalita da applausi a scena aperta, piena e meritata zona Champions, capace di non prendere più gol ma continuando a farne, resa ancora più solida dallarrivo di Luca Toni, in un crescendo per il quale è giusto esaltarsi ..
Contro il Genoa, è stata la miglior prestazione della sua Roma. Tre gol realizzati, parecchi altri sfiorati, unoccasione una al Genoa (peraltro su un errore difensivo di Cassetti), la sensazione di una squadra che ha fatto quello che ha voluto contro un Genoa che, pure, mica è lultimo della classe. Complimenti, mister: «Abbiamo disputato una bellissima partita. Siamo stati bravi, nel primo tempo non abbiamo sbagliato nulla, giocando con intensità e non consentendo al Genoa di fare quello che sa fare, lo abbiamo ridimensionato. Sapevamo che tipo di movimenti fanno, abbiamo trovato le contromisure giuste. La vittoria è meritatissima. Non ho fatto le sostituzioni prima perché stavano facendo tutti bene, era un peccato far uscire qualcuno. Alla fine ho fatto prendere gli applausi ai due attaccanti che hanno svolto un lavoro straordinario, erano stremati» .
Vucinic e Toni, un gruppo vero, unorganizzazione di gioco sempre più convincente, come ha fatto Ranieri? «Toni era lattaccante che ci serviva, è uno di quelli che sono sempre presenti in area. In più è un attaccante esperto, non si è demoralizzato dopo le prime due occasioni in cui non è riuscito a metterla dentro. Vucinic è un giocatore stupendo. Se devo trovargli un difetto dico che gli manca un po di continuità, ma gli artisti sono così. Di lui mi è piaciuta tantissimo la disponibilità al sacrificio. Con che modulo abbiamo giocato? Non lo so neppure io... diciamo un rombo srombato. Quando sono arrivato dissi che ci dovevamo dimenticare il bel gioco perché in quel momento era giusto che lo dicessi, soprattutto ai giocatori. Chi mi conosce, però, sa bene che le mie squadre sono sempre entrate in campo per giocare bene. Il lavoro che ho fatto è stato a metà tra lo psicologo e lallenatore. Ora stiamo cominciando a vedere i risultati» .
Potrebbe sembrare la frase di chi si sente appagato. Errore clamoroso, perché Ranieri nel giorno del sorpasso alla sua vecchia Juventus, ha tenuto a spedire un messaggio da pompiere: «Detto tutto questo, aggiungo però che non abbiamo fatto nulla. Il campionato è lungo, la lotta per le posizioni Champions sarà molto serrata e vedrà coinvolte parecchie squadre. Quindi dobbiamo dimenticare e continuare a lavorare come abbiamo fatto sino a questo momento perché gli esami non finiscono mai. Nostro dovere è quello di continuare a spingere, lobiettivo quello di continuare a fare punti, tanti punti, senza pensare ai risultati delle altre, io penso solo alla Roma» .
Senza soste, insomma. Anche perché la prossima sfida di campionato a Ranieri proporrà il ritorno che probabilmente sente di più sulla sua pelle, sul campo della Juventus: «Io so di aver lavorato bene a Torino. Sono tranquillissimo. Mi fido dei numeri. Ho portato la Juventus al terzo posto appena promossa, poi al secondo. Poi per fortuna il caso ha voluto che tornassi a Roma. Se troverò Ferrara a Torino? Conoscendo lambiente, credo di sì...» . E ride di gusto.