Ranieri: Squadra bella e intensa

18/01/2010 alle 09:41.

CORSPORT (P. TORRI) - Cinque mesi dopo, dal Genoa al Ge­noa, tutta un’altra Roma. E’ arrivato a Trigo­ria a inizio settembre. La Juve aveva appe­na passeggiato all’Olimpico sulla Roma spal­lettiana che fu, zero punti in classifica, la vecchia signora a punteggio pieno. Gli aves­sero detto, all’epoca, che un girone dopo si sarebbe presentato all’Olimpico di Torino davanti alla sua vecchia squadra che lo ave­va trattato come peggio non si poteva, Clau­dio Ranieri probabilmente avrebbe chiama­to i carabinieri. E, invece, eccola qua la sua Roma, una risalita da applausi a scena aper­ta, piena e meritata zona Champions, capa­ce di non prendere più gol ma continuando a farne, resa ancora più solida dall’arrivo di Luca Toni, in un crescendo per il quale è giu­sto esaltarsi ..



Contro il , è stata la
miglior presta­zione della sua Roma. Tre gol realizzati, pa­recchi altri sfiorati, un’occasione una al Ge­noa (peraltro su un errore difensivo di Cas­setti), la sensazione di una squadra che ha fatto quello che ha voluto contro un che, pure, mica è l’ultimo della classe. Com­plimenti, mister: «Abbiamo disputato una bellissima partita. Siamo stati bravi, nel pri­mo tempo non abbiamo sbagliato nulla, gio­cando con intensità e non consentendo al di fare quello che sa fare, lo abbiamo ridimensionato. Sapevamo che tipo di movi­menti fanno, abbiamo trovato le contromi­sure giuste. La vittoria è meritatissima. Non ho fatto le sostituzioni prima perché stavano facendo tutti bene, era un peccato far uscire qualcuno. Alla fine ho fatto prendere gli ap­plausi ai due attaccanti che hanno svolto un lavoro straordinario, erano stremati» .



Vucinic e Toni, un gruppo vero, un’orga­nizzazione di gioco sempre più convincente, come ha fatto Ranieri? «Toni era l’attaccan­te che ci serviva, è uno di quelli che sono sempre presenti in area. In più è un attac­cante esperto, non si è demoralizzato dopo le prime due occasioni in cui non è riuscito a metterla dentro. Vucinic è un giocatore stu­pendo. Se devo trovargli un difetto dico che gli manca un po’ di continuità, ma gli artisti sono così. Di lui mi è piaciuta tantissimo la disponibilità al sacrificio. Con che modulo abbiamo giocato? Non lo so neppure io... di­ciamo un rombo srombato. Quando sono ar­rivato dissi che ci dovevamo dimenticare il bel gioco perché in quel momento era giusto che lo dicessi, soprattutto ai giocatori. Chi mi conosce, però, sa bene che le mie squa­dre sono sempre entrate in campo per gioca­re bene. Il lavoro che ho fatto è stato a metà tra lo psicologo e l’allenatore. Ora stiamo co­minciando a vedere i risultati» .



Potrebbe sembrare la frase di chi si sente appagato. Errore clamoroso, perché Ranie­ri nel giorno del sorpasso alla sua vecchia , ha tenuto a spedire un messaggio da pompiere: «Detto tutto questo, aggiungo però che non abbiamo fatto nulla. Il campio­nato è lungo, la lotta per le posizioni Cham­pions sarà molto serrata e vedrà coinvolte parecchie squadre. Quindi dobbiamo dimen­ticare e continuare a lavorare come abbia­mo fatto sino a questo momento perché gli esami non finiscono mai. Nostro dovere è quello di continuare a spingere, l’obiettivo quello di continuare a fare punti, tanti pun­ti, senza pensare ai risultati delle altre, io penso solo alla Roma» .

Senza soste, insom­ma. Anche perché la prossima sfida di cam­pionato a Ranieri proporrà il ritorno che probabilmente sente di più sulla sua pelle, sul campo della : «Io so di aver la­vorato bene a Torino. Sono tranquillissimo. Mi fido dei numeri. Ho portato la al terzo posto appena promossa, poi al secon­do. Poi per fortuna il caso ha voluto che tor­nassi a Roma. Se troverò Ferrara a Torino? Conoscendo l’ambiente, credo di sì...» . E ri­de di gusto.