Moratti veglia sulle squadre romane

15/01/2010 alle 09:38.

IL MESSAGGERO (R. RENGA) - Ci si chiedeva tempo fa: la Roma come farebbe senza Moratti? Ci si chiede adesso, ampliando i confini cittadini: Roma e Lazio come farebbero se non fosse stato inventato Massimo Moratti? Di Chivu e Mancini ormai sanno anche i bambini. Gli ultimi capitoli di questo romanzone rosa, che ha per protagonisti il presidente dell’Inter e la società giallorossa, raccontano la storia di un giocatore argentino spedito a difendere l’onore della Roma e della sua trasformazione in attaccante brasiliano. E’ partito Burdisso e ritorna alla Pinetina Baptista. Autentico..



Ricordiamo, di passaggio, agli operatori romanisti che un attaccante vale più, molto più, di un difensore. Se con i soldi dell’educato e fragile Baptista arrivano Burdisso e un ragazzotto brasiliano, ala come Cerci e Guberti, non ci siamo. Si fa la gioia dei procuratori e niente più. Se Baptista viene valutato per il suo valore, è un altro discorso.



Già un’altra Lazio fece la felicità dell’Inter. Questa ha preso Floccari dal solo perché Moratti aveva appena passato Suazo a
: evidente ricompensa per l’acquisizione gratuita di Pandev. L’Inter vorrebbe Ledesma ed è anche disposta a pagarlo: cinque, anziché nove milioni come chiede Lotito, ma pur sempre di soldi si tratta. E’ l’argentino a puntare i piedi, semmai: vuol capire come finirà la causa di separazione dalla Lazio. Moratti, visto che si trova al supermercato sotto casa, ha messo pure gli occhi addosso a Kolarov. Ledesma più Kolarov: ecco come la Lazio potrebbe trovare il liquido per acquistare quei giocatori che non ha preso in estate. Gira e rigira, di mezzo sempre Moratti c’è. Gli inviati del Corriere dello Sport non possono entrare a Formello: sono dunque impossibilitati a svolgere il loro lavoro. Che la cosa sia grave è evidente. E’ più grave, però, che nessuno faccia niente, come se quello fosse un problema privato anziché pubblico: la libertà di stampa, e dunque di critica, non riguarda solo i giornalisti, ma tutti. Ai tempi di Calleri capitò al Messaggero di venir allontanato per più di un anno. Anche allora la vicenda passò sotto silenzio: pigrizia o il piccolo interesse di bottega dividono la nostra categoria e rafforzano quella dei prepotenti. Lotito, se vogliamo dirla tutta, dovrebbe ringraziare quei giornalisti che per anni hanno atteso invano uno slancio tifoso.


Avrete visto in televisione il volto triste di Ferrara. Colpa dei risultati, degli ondivaghi dirigenti juventini e di quei cronisti che con Ciro si allenano al facile sport del tiro al piccione.