IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - "Cosa mi aspetto da Menez? Che faccia Menez. E sarò il più felice del mondo". Parla chiaro Claudio Ranieri, in conferenza stampa, a proposito del possibile utilizzo di Jeremy nella gara di stasera contro il Catania. Un rapporto non sempre facile, quello tra il tecnico di San Saba e il giovane francese cresciuto nelle banlieu.
Bastone e carota, si è detto più volte. Con lallenatore nei panni del padre severo che di fronte a un ragazzo che stenta a capire quanto sia importante la continuità di rendimento lo riprende, lo punisce, ma quando occorre
sa anche esaltarne le doti e il talento naturali.
«Ha dei mezzi incredibili. Bisogna solo saperlo aspettare» disse al suo arrivo a Roma, ricordando gli esempi dei giovani Henry e Vieira. «Se avessi saputo che mi dava questa prestazione, non lo avrei messo in campo» le sue parole dopo la gara di Cagliari. Alti e bassi di un rapporto conflittuale, che, stando solo alle ultime settimane, hanno portato il mister a farlo giocare contro la Triestina in coppa Italia, ma ad escluderlo dai convocati contro il Chievo, per poi metterlo in campo nei secondi finali con il Genoa e lasciarlo in panchina a Torino.
Per Menez torna oggi la possibilità di mostrare quanto vale e quanto può incidere sulla squadra: quel qualcosa che in due anni sè visto solo a sprazzi. Un destino, il suo, che in qualche momento - soprattutto allinizio dellavventura di Ranieri sulla panchina giallorossa ha visto accomunargli quello dellaltro francese in squadra, Philippe Mexes, che gli è amico non solo per ovvie ragioni di conterraneità, anche lui al rientro oggi, seppure a causa di un infortunio, quello che lo ha tenuto fermo più di un mese e mezzo (il 6 dicembre, la notte del derby, lultima presenza in campo,ndr).
Anche Phil, infatti, nelle prime partite sotto la guida del nuovo tecnico, ha conosciuto la punizione della panchina e lumiliazione della tribuna. «Voglio che torni ad essere il giocatore da nazionale che è» sosteneva Ranieri
con lobiettivo di pungolarlo sul piano dellimpegno e delle motivazioni. Facendo ancora una volta leva sullorgoglio del giocatore e sulla sua voglia di riscatto. Su Mexes i dubbi sono stati fugati quasi subito. Ci ha messo poco, il
difensore a tornare sui livelli che gli conoscevamo, formando con Juan una coppia di centrali tra le più forti in assoluto, oltretutto con Burdisso a fare da alternativa ottimale per entrambi.
Ora tocca a Menez dare una risposta definitiva su quali siano le sue potenzialità. La partita di stasera è forse lultima prova dappello. Laugurio è che non la sbagli.