IL ROMANISTA (A. MANDOLESI) - Trigoria: infermeria piena. Sembra un titolo della scorsa stagione, invece è attuale. Eppure fino a pochi giorni fa continuavo a leggere praticamente ovunque dei ripetuti confronti riguardo la preparazione atletica e la situazione sanitaria in seno alla Roma. Le statistiche si dividevano in due periodi, proprio come accade per il nostro calendario (avanti Cristo e dopo Cristo): la Roma con Spalletti e quella con Ranieri. Nella prima (quella con Spalletti) gli infortuni dei giocatori si succedevano con la velocità della luce, nella seconda invece era calata una specie di immunità che sembrava essere inviolabile. ..
Purtroppo la ricreazione è durata soltanto pochi mesi, perché dopo le vacanze di Natale (periodo che alle altre squadre serve per recuperare tutta la rosa) siamo tornati ai problemi di prima, se non addirittura peggio. Così, proprio alla vigilia di un tour de force che vedrà la squadra impegnata su tutti i fronti a scendere in campo due volte a settimana, dobbiamo a fare i conti con un settore, quello dellattacco, totalmente sguarnito, dove lunico elemento disponibile è il rientrante Julio Baptista che oggi verrà schierato gioco forza come centravanti anche se non fa parte del suo repertorio giocare con le spalle alla porta.
La situazione è questa: Totti, rientrato gioco forza dopo un mese a Torino, è fermo da una settimana. Vucinic è affaticato (così ieri ha detto il mister in conferenza stampa). Menez ha un problema al ginocchio (ma siamo proprio certi che i problemi del francese siano solo al ginocchio?). Okaka siederà probabilmente in panchina, ma poi il ragazzo dovrà prendere laereo per Londra e non avremo più alternative. Di Toni, infine, non si può dire neppure che ci manchi, perché ha giocato appena due partite (Chievo e Genoa) oltre quei disgraziatissimi 10 minuti di Cagliari. Ed è in questo contesto che ci prepariamo ad affrontare il Siena, ultimo in classifica, staccato di ben sette punti dalla zona salvezza. Doveva essere una partita abbordabile (cosa può esserci di meglio che giocare in casa contro il fanalino di coda?) e invece è diventata una gara insidiosissima.
Oddio, a dirla tutta, se alla Roma manca lattacco al Siena manca mezzo reparto difensivo, date le squalifiche di due centrali come Cribari e Brandao, ma francamente avrei preferito restituire gli assenti ai toscani a patto che anche i giallorossi fossero tutti abili ed arruolati. Il ricordo più bello? Il primo Roma-Siena, quello del febbraio 2004. La Roma, in testa alla classifica fino alla Befana, si era fatta superare dal Milan, ma lOlimpico restava comunque un campo durissimo per tutte. Così, tra il 4-0 alla Juventus (ricordate il gesto di Totti?) e il 4-1 allInter, capitarono i ragazzi di Papadopulo, con Guigou e Cufrè nei panni degli ex. Quel giorno fu il tripudio di Cassano che mise a segno una fantastica tripletta, uscendo a pochi minuti dal termine accompagnato da unautentica standing ovation dei 50.000 dellOlimpico.
Fortuna fu (per noi) che Fortin parò un rigore a Totti, altrimenti con un 7-0 saremmo andati incontro allodio eterno dei senesi, così come adesso accade a Catania. Però, bando ai ricordi, torniamo al presente. Troppo importante superare linsidia alla quale ci ha destinato il fato avverso. La Roma dei romani, per una volta profeti in Patria, è ancora in corsa su tutto: non può, non vuole e non deve lasciar perdere niente. Si comincia oggi, dal campionato. Giovedì ancora maglie bianconere cercheranno di sbarrarci il passo in Coppa Italia.
Sarà difficile da qui al 16 maggio lottare su tutti i fronti (nessuno escluso), ma i primi a crederci dobbiamo
essere proprio noi.