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IL ROMANISTA (M.IZZI) - Questa storia ha diversi inizi possibili ma non è difficile stabilire da subito che il protagonista è il caso, o meglio la fortuna, dea incontrastata delle vicende umane che ci ha opportunamente ricordato di omaggiare Naim Krieziu, che oggi compirà 91 anni.
interessato. Si trattava di una composizione, sotto forma di porta penne, a tema calcistico, con una targa su cui era riportato: I giocatori dellAS Roma vincitori dello scudetto
1942-43 - A XXI: Masetti, Brunella, Acerbi, Donati, Mornese, Bonomi, Kriezu, Borsetti, Coscia, Pantò, Amadei: Donano al presidente Edgardo Bazzini. Roma: Settembre 1943 - A XXI.
Iniziai a bofonchiare, quella domenica mattina ero transitato per Porta Portese, ma non avevo visto nulla. Il consulto con Gabriele Pescatore ci trovò daccordo nel concludere che cerano degli elementi che non tornavano: «Ci sono alcune sviste, la Roma è campione dItalia per la stagione 41/42 e non 42/43
e il nome di Krieziu è scritto senza la i
ma potrebbero essere errori dellincisore della targa. Comunque per dire qualcosa di più bisognerebbe vederlo questoggetto». E per vederlo, dopo pochi giorni, ci accontenta lo strumento infernale di E bay. Loggetto è infatti messo allasta accompagnato da quattro fotografie che lo mostrano nei minimi dettagli. Al termine dellasta riusciamo a vedere questo cimelio nello studio dellavvocato Fabrizio Grassetti, che ospita il collezionista che ha ceduto loggetto e il suo nuovo acquirente. Fin quando non salterà fuori una conferma cartacea, non si potrà asserire che il regalo fatto a Bazzini sia autentico, ma certamente, vederlo da vicino è emozionante. In quel settembre del 1943 un intero mondo stava esplodendo e Bazzini si accingeva a lasciare la presidenza della Roma, impegnato a seguire ben altre questioni. Se loggetto è autentico, non è difficile stabilire quali siano state le sue peripezie, nella rapida smobilitazione di Roma, un porta penne ingombrante e pesante come questo, per quanto caro come ricordo, non era certamente indicato per un rapido trasloco
compiuto, magari, in unautomobile stipata sino allinverosimile. Per cercare qualche traccia ci siamo rivolti direttamente alla famiglia Bazzini e naturalmente anche a Naim Krieziu, che abbiamo avuto modo di vedere a maggio del 2009, per la presentazione del libro E non ti curar di loro ma gioca e passa, dedicato proprio allo scudetto del 1942. A parlare con me è stato il nostro amico Marco Krieziu: «Papà in questo periodo non sta molto bene, ma non ho mai avuto notizia di questo regalo. Una cosa però posso dirla, lo sbaglio del cognome, da Krieziu in Kriezu era abbastanza consueto in quegli anni e non è dunque un indizio decisivo per dimostrare che si tratti di un falso». Conversando con Marco, ci ricorda che a giorni sarà il compleanno del grande Naim, decano dei giocatori giallo-rossi: «Gli anni si fanno sentire, ma posso dirti che sino a qualche mese fa, nonostante papà abbia ormai delle difficoltà con gli occhi, lunica cosa che seguiva alla televisione erano le partite della Roma. In questi ultimi anni ho avuto modo di essergli vicino in alcuni momenti che per lui sono stati molto importanti e mi sono reso conto una volta di più, di quanto forte sia il legame con quella che è da sempre la squadra del suo cuore. Nel 2007, ad esempio, ci fu la bellissima manifestazione allOlimpico per festeggiare gli 80 anni della Roma, e poi la mostra di Testaccio. Il giorno, dellinaugurazione papà è stato avvicinato da molti tifosi che volevano stringergli la mano, chiedergli un autografo, ringraziarlo di quanto aveva fatto per la Roma. Poi ha avuto la gioia di rivedere tutti i volti dei suoi compagni nel padiglione che era stato dedicato allo scudetto del 1942. Quando siamo andati via aveva gli occhi umidi e lui che non è mai stato un tipo propenso a far trasparire i propri stati danimo mi disse: «Questa volta mi sono emozionato». A maggio, poi, cè stata la presentazione del libro sullo scudetto del 1942, lì cè stato lincontro con Francesco Lalli, il tifoso che realizzò il famoso striscione Viva la Roma Campione dItalia 1942, reso immortale dalla foto pubblicata dal Littoriale. «Non potrò mai dimenticare i loro sguardi che sincrociavano e il signor Lalli che a gesti, aiutandosi con le mani, mimava la velocità e le serpentine che mio padre faceva quando giocava. Lui annuiva e sorrideva, quasi a voler dire: "Si, ero proprio veloce". La Roma è stata la sua vita e ha cercato sempre di ripagare al massimo laffetto che ha ricevuto».