CORSPORT (P. TORRI) - Non ci fosse lInter che non perde mai, ora sarebbe legittimo pure sognare. Ma questo certo non sminuisce i meriti di questa Roma che in diciotto partite con Claudio Ranieri in panchina, ha ribaltato tutto e tutti. Dando vita a una fantastica risalita, da ultima in piena zona Champions League. Una cavalcata da applausi a scena aperta, arricchita da numeri che non ammettono repliche.
Elenchiamone qualcuno: trentacinque punti in diciotto gare, in pratica una media di due a partita, una media da straChampions; otto punti recuperati sulla Juventus, ventuno sulla Lazio; coppe comprese ieri è arrivato il quattordicesimo risultato ..
Elenchiamone qualcuno: trentacinque punti in diciotto gare, in pratica una media di due a partita, una media da straChampions; otto punti recuperati sulla Juventus, ventuno sulla Lazio; coppe comprese ieri è arrivato il quattordicesimo risultato utile consecutivo; ventisei le reti realizzate, diciotto quelle subite a una media di una ogni novanta minuti dopo che nelle prime due gare di campionato si era andati avanti alla media di tre a partita; dieci vittorie, cinque pareggi e pure qualche rimpianto, legato, per esempio, alle due trasferte a San Siro e, soprattutto, a quel pareggio a Cagliari al quale neppure Allegri ancora crede.
Quello, però, che i numeri non possono sottolineare è il crescendo del gioco giallorosso in questi quattro mesi e mezzi di gestione di Ranieri. Che, pure, si era presentato al motto scordatevi il bel gioco, consapevole che in quel momento servisse prima di tutto tornare a correre e lottare, per il bel gioco ci sarebbe stato tempo.
E andata proprio così. Ora la Roma dellallenatore di San Saba vince giocando bene, sempre meglio, ridimensionando di volta in volta lavversario di turno. E, ultimamente, lo ha fatto dovendo rinunciare al suo capitano Francesco Totti.
Forza della squadra e dellarrivo di un attaccante come Luca Toni, che a Trigoria mancava da una decina danni, la punta di peso, fisico e testa che serviva per completare il reparto offensivo giallorosso, serviva al punto che, ieri, contro il Genoa, è stato proprio Ranieri a decidere di lasciare in tribuna Totti. La sua Roma non poteva dargli risposte migliori.
E stato un lavoro straordinario quello compiuto da Ranieri. Sotto tutti gli aspetti. Come, per esempio, nel recupero di alcuni giocatori che sembravano avviati al capolinea della loro carriera. E invece sono rifioriti, riconfermando come fossero imprescindibili per poter vedere una Roma da togliersi il cappello.
Prendete Perrotta e Taddei, giusto per dire i due nomi più eclatanti. Nei mesi precedenti si erano persi tra infortuni, recuperi affrettati, prestazioni che lasciavano perlomeno perplessi. Sono tornati a essere protagonisti fondamentali di una Roma che anche come condizione fisica ha fatto un salto in alto di quelli che lasciano il segno. Sulle squadre avversarie.
E poi il gruppo. Fantastico. Lo dimostra in campo. Guardate quando la Roma realizza un gol, è una festa di tutti, come quando, qualche anno fa andava in scena il siparietto degli schiaffi in testa. Ma anche, guardate, quello che si dicono o si fanno i giallorossi in campo, come quando, per esempio, ha segnato in coppa Italia alla Triestina, tutti sono andati a festeggiare Menez, autore del passaggio decisivo, che era reduce da un periodo piuttosto tormentato. Sono segnali di una squadra che funziona, dove la legge tutti per uno, uno per tutti è una legge rispettata da tutti perché tutti hanno la consapevolezza che prima di qualunque discorso personale, viene la Roma.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Una Roma che fa sognare.